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http://it.wikipedia.org/wiki/Costituzione_della_Repubblica_Italiana

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ALL'ANNO PROSSIMO!!!!

un saluto a tutti e tantissimi auguri di buone feste, sperando che il 2009 sia un anno migliore....anche se ho qualche dubbio...!!!
siamo ottimisti. leggete le ultime notizie qui sopra in bacheca....
a presto

Lettera aperta al Ministro Renato Brunetta da:ilpaesedelledonneonline

Lettera aperta al Ministro Renato Brunetta



Egregio Ministro Brunetta, con questa lettera vogliamo esprimerle la nostra critica per la proposta da lei avanzata di portare a 65 anni l’età pensionabile per le donne. E’una proposta, la sua, che rivela, oltre a un approccio superficiale e disinvolto al (...)

Assemblea delle donne di Roma per la Sinistra
E’una proposta, la sua, che rivela, oltre a un approccio superficiale e disinvolto al problema, il retaggio di una cultura profondamente misogina, incapace di misurarsi con la differenza femminile e con la necessità di fare i conti concretamente con la vita di donne e di uomini, con la condizione materiale delle lavoratrici e dei lavoratori e in particolare delle e dei giovani, che, in un momento di crisi così profonda, troverebbero ulteriori porte sbarrate alle loro possibilità di occupazione.
Egregio Ministro, lei finge di dimenticare - oppure non sa ma sarebbe davvero una ignoranza disdicevole per un ministro – che:
1) non è pari la quantità di lavoro tra le donne e gli uomini. Le donne lavorano di più: in Italia particolarmente di più, rispetto ad altri Paesi europei. Dormono di meno degli uomini, non hanno giorni di festa, si occupano di tutto quello che riguarda la vita di figli, mariti, parenti anziani e altro ancora. Consulti i dati Istat, egregio Ministro Brunetta. Lo chiamano doppio lavoro perché le donne non lavorano soltanto in ufficio, in fabbrica, nei call center ma anche in casa ed è un lavoro che oggi non soltanto integra ma supplisce in maniera crescente il Welfare State, ahinoi in declino.
Un lavoro che produce benessere e ricchezza – come staremmo se non ci fosse? Se lo chieda Ministro - che dovrebbe uscire dalla dimensione domestica ed essere riconosciuto in maniera molto più consistente di quanto avvenga col diritto delle donne ad andare prima in pensione;
2) già adesso le donne, se vogliono, possono optare per il lavoro fino a 65 anni e spesso sono costrette a farlo se vogliono mettere insieme una pensione decente per sopravvivere negli anni che restano. Infatti, egregio Ministro, non solo non è pari la quantità di lavoro tra donne e uomini ma non è pari la quantità di retribuzione che percepiscono le une rispetto agli altri. Anche questa è cosa nota, si informi Ministro, cerchi ci capire perché e magari, se proprio ci tiene alla parità, escogiti qualche meccanismo per ridurre lo svantaggio retributivo delle donne e arrivare all’equiparazione di salari, stipendi, carriere;
3) non è accettabile nessun mercanteggiamento su questo tema, come quello che incautamente la ministra ombra dell’opposizione, senatrice Vittoria Franco, ha avanzato: occupazione femminile e conciliazione tra lavoro, maternità e carriera in cambio di innalzamento dell’età pensionabile.
Sarebbe uno scambio in pura perdita per chi lo subisce, la conferma di quanti guasti possa produrre la politica della parità che non si misuri con la disuguaglianza delle condizioni di partenza. Per le donne è un imbroglio, una vera e propria trappola.
4) l’Europa vuole la parità tra donne e uomini in materia di età pensionabile? L’Europa vuole molte cose, alcune vanno benissimo o bene, altre meno bene, altre ancora non vanno bene per niente.
Questa è una di quelle, non tiene conto dell’arretratezza del welfare italiano ed inoltre – dovrebbe essere più preciso, Ministro - riguarda solo l’ambito del pubblico impiego.
Non si nasconda dietro l’usbergo dell’Europa, egregio Ministro, per colpire le donne. Non sarebbe degno della carica che lei riveste. E poi ricorrere all’Europa quando fa comodo a lei o a qualcun altro del suo governo e invece ignorarne le direttive quando non le condividete? Sia serio, egregio Ministro e lasci perdere i suoi furori paritari. Non è proprio il caso. In ogni caso noi le confermiamo la nostra critica più netta e le chiediamo di tornare sui suoi passi.

La foto è tratta dal sito Progetto storia 900: La guerra delle donne un interessante lavoro dell’ I.T.C. Pero Sraffa di Orbassano

Data di pubblicazione: 2012 08

LA PAGA DEI PADRONI da:beppegrillo.it

20 Dicembre 2008




Milioni di euro di stipendi senza risultati. Fai fallire un'azienda, o quasi. Come l'Alitalia, le Ferrovie dello Stato, la Telecom Italia e, in cambio, ottieni bonus a volontà, stock options, compensi da mille e una notte. Chi pensate abbia pagato gli stipendi faraonici di Cimoli, Buora, Catania, Tronchetti, Romiti, Ruggiero? E' facile rispondere. I piccoli azionisti, i 12.000 licenziati dell'Alitalia, i 9.000 esuberi (per ora) della Telecom, i contribuenti, i cassintegrati. Questi manager sono le nuove zecche dell'economia, si nutrono del sangue delle società. E non falliscono mai insieme all'azienda. Vengono riciclati dal sistema in altre aziende. E' la Cupola dell'Economia. Se esegui gli ordini, non denunci, allora sarai premiato. Un circolo chiuso che non parla, non sente, non vede. E non fa mai nomi.
Il padre di famiglia disoccupato torna a casa, guarda i suoi figli senza un futuro e dopo ascolta in televisione chi ha fatto fallire la sua azienda. Adulato, vezzeggiato, che sprizza milioni di euro dagli occhi. Gli zoccoli dei bisonti sono pesanti. Meglio non trovarsi sulla loro strada in primavera.

Testo intervista agli autori de: "La paga dei padroni".
"La crisi economica durerà almeno due anni dicono gli istituti più autorevoli, eppure tra i grandi manager italiani, uno solo, Alessandro Profumo, il più pagato del 2007, ha detto, quasi fosse una concessione, che nel 2008 non avrà il bonus. Forse una rinuncia dice. Un bonus che è stato di sei milioni di euro nel 2007, ma oltre a questo, la sua paga base è di oltre tre milioni di euro, perciò anche senza bonus, Alessandro Profumo, lo vedremo quando sarà pubblicato il bilancio, avrebbe comunque uno stipendio molto ricco, pari quasi alla media dei primi cento manager italiani che nel 2007 hanno guadagnato quattro milioni lordi a testa ciascuno. E' l'unico ad aver detto di non averne diritto per i pessimi risultati della banca nel 2007. Tutti gli altri sono rimasti in silenzio: da Corrado Passera ad di Intesa SanPaolo, che è un po' il grande concorrente di Profumo dell'Unicredit, ai vertici delle altre grandi banche e delle grandi società industriali, ad esempio la Pirelli, precipitata in borsa, il cui ad Negri è il più pagato con circa sei milioni all'anno. Quindi i picoli azionisti, il pubblico e i clienti di queste grandi società quotate in borsa che amministrano anche il risparmio privato, ma è il risparmio del parco buoi, ossia di coloro che non hanno voce, resta in attesa che anche i grandi capi si adeguino a quelli che sono risultati molto modesti.
Le loro retribuzioni, come abbiamo cercato di spiegare nel nostro libro "La paga dei padroni" edito da Chiarelettere, erano stellari ma non erano agganciate ai risultati, o meglio, non era indicato nei bilanci a quali risultati fossero correlate queste retribuzioni. Quello che noi abbiamo notato osservando la situazione degli ultimi anni è quella che lo stipendio del capo aumentava sempre, indipendentemente dai risultati, e infatti due studiosi americani, pochi anni fa, nel cuore del capitalismo mondial e, hanno scritto un libro che si chiama "Stipendio senza risultati". Quest'esempio vale anche da noi. La politica interviene certamente nelle società pubbliche controllate dallo Stato. Abbiamo visto il caso dell'Alitalia che pur essendo fallita, sta passando ad una cordata di imprenditori privati lasciando il buco del debito sulle spalle dei contribuenti e sugli azionisti che per metà sono privati. Eppure nel 2004, quando il governo era Berlusconi e ministro dell'economia era Tremonti chiamò come se fosse il miglior amministratore del mondo, disse Berlusconi, Giancarlo Cimoli delle Ferrovie dello Stato, gli fu garantito uno stipendio che è stato il più alto fra le compagnie aeree europee, 2,8 milioni lordi nel 2005, più del doppio della Lufthansa, più del triplo dell'Air France, ma l'Alitalia era ed è ancora la compagnia con le perdite più alte del mondo, non soltanto dell'Europa. Il resto delle società e del capitalismo italiano è amministrato da imprenditori privati con pochi capitali, ma che pretendono di avere i propri figli, o di essere sé stessi a guidarle con lauto stipendio, in questo caso la politica direi che è assente. Non c'entra sono decisioni di un sistema chiuso di relazioni, in cui con pochi capitali imprenditori, capitalisti e banchieri si danno un lauto stipendio anche quando gli utili che dovrebbero essere il sistema classico e più corretto di remunerazione del capitale, scarseggiano o sono troppo sottili.
Il problema per quanto interessa a noi, non è tanto misurare gli importi di queste retribuzioni, il nostro problema è, per esempio: Cesare Romiti ha avuto una liquidazione di 100 milioni di euro quando ha lasciato la Fiat dopo 25 anni di servizio. Cioè una liquidazione di quattro milioni di euro per ogni anno di lavoro. La domanda è: perché la Fiat ha dato tutti questi soldi di liquidazi one a Cesare Romiti? Ed ecco che andando a cercare la risposta a questa domanda, si trovano i difetti e le malattie del capitalismo italiano, ciò che oggi i lavoratori e i piccoli azionisti pagano con gli effetti pesantissimi della crisi economica. Quello che noi ci chiediamo, e che dovremmo vedere nel 2009, non è solo se riduranno i loro stipendi adeguandoli alla crisi, ma è vedere se manager e imprenditori, che al loro fianco conducono le aziende italiane, modificheranno il loro comportamento e il loro stile di gestione. Ossia se si occuperanno veramente di contrastare gli effetti della crisi e di fare andare meglio le aziende, oppure se contnueranno a comportarsi nell'analisi del nostro libro emerge in modo lampante, cioè questo modo tipico di occuparsi principalmente degli interessi personali in termini di retribuzioni, ma anche di altre utilità, anziché occuparsi di far andare bene le aziende. Gli importi di cui parliamo sono enormi per il singolo manager che li incassa, ma se spalmati su tutti i dipendenti di un'azienda sono cifre irrilevanti, quindi il problema non è che se i manager guadagnassero meno, le aziende andrebbero meglio, ma è esattamente l'opposto. Se le aziende fossero gestite meglio i manager guadagnerebbero meno. Lo stipendio dei manager non è la causa del cattivo andamento delle aziende, ma è uno degli effetti. E' il sintomo di una cattiva gestione delle aziende. All'estero sta succedendo una cosa più lineare, i manager che hanno gestito male le aziende e le banche vanno a casa. Lo leggiamo tutti i giorni sui giornali. In Italia non sta andando a casa nessuno, anzi sui giornali leggiamo le dichiarazioni di grandi manager e grandi banchieri che dicono che la crisi non accade a causa loro ma la crisi piove dal cielo.
Vediamo all'estero che in questi mesi, da quando si è abbattuta la crisi finanziaria mondiale, non solo molti capitani d'industri a perdono il posto e vanno a casa, ma alcuni hanno dovuto accettare un taglio di stipendio, dei cosiddetti bonus e dei famigerati premi di risultato, ma in alcuni Paesi, come ad esempio il governo della Germania, ha stabilito che i manager se ricevono aiuti pubblici per evitare che l'azienda fallisca, ma anche per evitare di perdere il posto, non potranno guadagnare più di 500 mila euro lordi l'anno. Questo potrebbe anche essere un errore, noi non pensiamo siano giusti i tetti imposti per legge, ma certamente una maggiore moderazione e un maggiore legame ai risultati è opportuno. Negli Usa dove le tre grandi case automobilistiche di Detroit rischiano di non sopravvivere se non riceveranno miliardi di dollari di aiuti, i top manager hanno ormai ridotto la paga base a un dollaro, almeno così annunciano, e il resto del premio sarà pagato se ci saranno i risultati. L'Italia in questo non è pervenuta, nel senso che nessuno ha ancora fatto annunci di questo tipo, tranne Profumo, che come abbiamo detto, è stato costretto dalle difficoltà della banca e dal rischio di andare a casa." Gianni Dragoni e Giorgio Meletti

le ultime da antoniodipietro.it

"Parlamento: difesa bipartisan" di Antonio Di Pietro | 20 Dicembre 2008
Tieniti aggiornato: www.antoniodipietro.it

venerdì 19 dicembre 2008

processo Berlusconi-Mills/8 da:antonidipietro.it

19 Dicembre 2008
Processo Berlusconi-Mills/8



mercoledì 17 dicembre si è conclusa l'udienza del processo Mills. E' l'ottavo appuntamento di questa vicenda che pubblico sul blog e che vede coinvolto l'attuale Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi.
Testo dell'intervento:
"Sono da poco passate le sei del pomeriggio, dopo cinque ore e mezza di requisitoria, il pm Fabio De Pasquale quattro anni e otto mesi di condanna per corruzione in atti giudiziari nei confronti di David Mills, l'avvocato inglese imputato con Silvio Berlusconi per il quale il processo è stato stralciato in virtù della legge Alfano, per i 600 mila dollari di corruzione, registrati in un appunto che lo stesso David Mills ha consegnato al suo commercialista di Londra, da cui poi è nata tutta l'inchiesta, che si collega a più vicende.Questa corruzione, secondo il pm, si inquadra in un più ampio rapporto stabile che c'era tra le società del comparto B riconducibili a Berlusconi e lo stesso avvocato inglese.David Mills era a libro paga di Berlusconi, era il riferimento estero che si prestava per assumersi i vari fastidi di tutte le vicende Fininvest, relativamente a quei 600 mila dollari oggetto del capo d'imputazione, il pm non ha parlato di utilità per testimonianze reticenti nei processi, bensì, per dire il falso, in particolare nei processi All Iberian e quello relativo alle tangenti pagate alla guardia di finanza. Nel primo caso David Mills ha mentito ai giudici dichiarando di essere proprietario della Horizon, società fittizia, figurata come intestataria di partecipazione in Telepiù che Berlusconi voleva nascondere.Testimonianza ripresa in uno dei documenti distrutti e recuperati nell'hard disk riformattato del computer dell'avvocato inglese, risalente al 2004, periodo successivo alla confessione delle sue responsabilità, indirizzata al commercialista Bob Drennan, in cui Mills, preso da una sorta di paura del colpevole come ha precisato il pm, spiega che i 600 mila dollari erano stati un regalo di Carlo Bernasconi, il manager Fininvest scomparso, come ricompensa per aver tenuto Berlusconi fuori dal mare di guai in cui si sarebbe trovato se avesse raccontat o la verità ai giudici.In quell'hard disk De Pasquale ha recuperato fogli elettronici datati 19 luglio 2004, inviati al fisco ingliese, in cui Mills riferisce di almeno 4 colloqui avuti con berlusconi nel 1995 e ammette di aver sparso una serie di bugie mascherate da mezze verità, tra gli altri a Briatore, Marcucci e all'armatore Diego Attanasio. Tutti tratti nell'inganno con una serie di equivoci, in cui ognuno pensava di essere parte di società appartenenti all'altro.Sempre da quei files spunta l'ammissione d'aver «visto Messina (l'attuale deputato ex dirigente Fininvest) con gli avvocati del biscione per discutere della mia testimonianza al processo Sme» nel 2002.La prova, secondo De Pasquale che Mills ha continuato ad accettare questi incontri in un clima misto a sudditanza e dipendenza economica.De Pasquale ha definito umoristico il fatto che i periti contabili sentiti in aula, non abbiano hanno saputo spiegare l'origine, e le causali degli ingenti bonifici in danaro transitati su conti inglesi, svizzeri e di Gibilterra. Movimenti che non provano ufficialmente soldi diretti da Berlusconi a Mills ma rendono «verosimile, e compatibile con gli altri elementi d'accusa, che ci siano state sostituzioni e compensazioni di denaro».I soldi che Mills ha ricevuto fra il 95 e il 2004, secondo De Pasquale sono la prova del rapporto a libro paga con l'attuale presidente del consiglio.L'udienza si è tenuta all'indomani del rigetto della ricusazione di Nicoletta Gandus, sollevata dagli avvocati deputati di Berlusconi. Rigetto emesso dalla Cassazione che non ha riscontrato motivi di inimicizia del giudice nei confronti del premier.La sentenza di primo grado è prevista il 20 gennaio 2009.In quella giornata ci sarà la risposta di David Mills rappresentata dalla difesa di Federico Cecconi che siamo riusciti a fermare. Ricordiamo la notizia di questi giorni, apparsa su Repubblica a firma di Liana Milella, in cui sembra che l'avvocato Ghedini, nonché difensore di Berlusconi in questo processo, abbia messo mano all'articolo 190 del codice di procedura penale riferito al diritto alla prova, per cercare di fare in modo di impedire che i giudici possano rifiutare la presenza di testimoni in aula. In questo caso la difesa Mills potrebbe pretendere che in aula sfilino nuovi testimoni, magari anche ripetuti, al fine di allungare i tempi processuali per portarli in prescrizione.
- Intervista avv. F.Cecconi -
D.Martinelli: Avvocato, quindi il pm ha chiesto quattro anni e otto mesi per David Mills.Avv.F.Cecconi: Sì, dopo cinque ore e mezza di requisitoria credo che sia la logica conclusione del suo intervento.
D.Martinelli: Pare però che Ghedini sia già pronto a riformare l'articolo 190 che concederà avvocati come lei di poter portare in aula file di testimoniAvv.F.Cecconi: File di testimoni? Credo che abbiamo spunti importanti a prescindere dalle battute, alla luce anche di quello che è stato espresso oggi dal pm
D.Martinelli: Quindi si è fatto un'idea?Avv.F.Cecconi: Assolutamente sì! Questo è un processo interessante anche da un punto di vista giuridico, dove ci sono alcuni aspetti che meritano di essere fatti oggetto di una approfondita analisi. Arrivederci."

IL VOSTRO SPAZIO

di seguito la mail speditami dall'amico Cusu di Savona sull'affare MARGONARA

PRC Savona - Ambiente e territorio - Non solo Margonara Page 1 of 3
sintesi dell'incontro organizzato dal Circolo "Rosa Luxemburg" e dalla Federazione di Savona di Rifondazione Comunista sulla problematica del porticciolo della Margonara.
Nel salone della Società Operaia Cattolica "S. Cecilia" di Albissola Marina, Mario Gaggero - segretario del locale circolo del PRC - ha introdotto i lavori ricordando che troppo poco si parla del "progetto Fuksas" proprio nel comune che avrebbe l'onere (o l'onore, a seconda dei punti di vista) di ospitare la vorticosa torre progettata dall'architetto italo-lituano con buona porzione dell'annesso e connesso porto turistico.
Una serata ricca di interventi, con il disegno del quadro politico attuale e con le più dettagliate spazio web della Federazione Provinciale di Savona
PARTITO -ATTIVITÁ -ELEZIONI -RUBRICHE -COLLEGAMENTI
Non solo Margonara
In tanti, all'iniziativa di Rifondazione Comunista, per dire no al progetto
particolarità tecniche. Questa è l'estrema
Ecco il perché di una assemblea pubblica che Rifondazione Comunista ha fortemente voluto per misurare il grado di conoscenza degli albissolesi sul progetto Margonara e per interagire con loro proprio nel momento in cui a Savona il Consiglio comunale ha approvato (con un voto che va dal PDL - passando per il PD e i socialisti - ai Comunisti Italiani) il preliminare del progetto medesimo.
Milvia Pastorino, capogruppo del PRC a Savona, traccia proprio questo quadro, ricostruendo i passaggi che hanno visto l'iter di discussione e di approvazione di un piano che desta da sempre una fortissima preoccupazione in chi, come Rifondazione Comunista, dice un "no" tutt'altro che pregiudiziale, ma legato ad una pragmatica e non gridata
difesa del territorio e dell'impatto ambientale di una ennesima cementificazione figlia delle speculazioni degli imprenditori che ora qua, ora là gettano il loro amo per aumentare i loro capitali senza badare ai bisogni delle comunità.
"In un momento in cui il mercato fallisce, la crisi del capitalismo è evidente e i modelli del successo del denaro crollano, ci viene proposto qui un inno a queste virtù del profitto: la Margonara e il suo porticciolo sono questo. Non sono un motivo di sviluppo per Savona e Albissola. Sono la proposizione di un fallimento.".
Un "no" duro, coerente con le posizioni della prima ora, ribadito anche nell'ultimo Consiglio comunale - continua Pastorino - quando è stato impossibile per Rifondazione Comunista proseguire la discussione dopo il respingimento della pregiudiziale sollevata dal gruppo di "A Sinistra per Savona" in merito alla mancata presa in considerazione di cinque osservazioni fatte al piano e di cui si è misteriosamente persa ogni traccia.
Burocrazie comunali a parte, sia Milvia Pastorino che Franco Zunino, assessore all'Ambiente della
http://www.rifondazionesavona.it/loc/play21.html
19/12/2008
PRC Savona - Ambiente e territorio - Non solo Margonara Page 2 of 3
Regione Liguria, osservano come la battaglia contro la Margonara non sia affatto persa e che vi sono ancora parecchi passaggi, sia di carattere tecnico che politico, che possono inficiare il risultato finale ricercato dal patto politica-imprenditoria che devasterebbe "un ultimo tratto di costa che, tra l'altro, resta un simbolo per i savonesi e gli albissolesi. Così come simboli di Savona il Primar, la Torretta e la Campanassa", dice Franco Zunino ad una
platea che applaude.
Tanti gli interventi in una sala è piena di persone che in questi anni si sono spese nelle lotte contro la Margonara, ma anche contro l'Aurelia bis. Rita Caviglia è una di queste e a chiare lettere dice che la vera Aurelia bis può essere l'attuale autostrada, dove l'inadeguatezza delle strutture provoca sovente incidenti mortali e dove un declassamento la potrebbe invece portare ad una adeguata collocazione di circonvallazione che alleggerirebbe il traffico tra Vado, Savona e Albissola.
"Facciamo come in Francia" - dice Caviglia - "dove le autostrade non vengono costruite in riva al mare ma nell'interno".
Il comandante Antonio Giannetto mostra la pericolosità dell'estensione della barriera di cemento che spingerebbe il mare a creare una risacca fastidiosa per l'attracco delle navi e, dati alla mano, illustragli studi fatti dalle università in questi anni e solleva un dubbio: "Dove verrà presa la materia prima per edificare il tutto? Dallo sbancamento di qualche cava, di altre colline? O magari dai lavori dell'Aurelia bis, ammesso che i due progetti partano in concomitanza?
Marco Brescia, della Federazione dei Verdi, porta il suo saluto e sottolinea come davvero sia inspiegabile il fatto che vede gli albissolesi poco interessati al dibattito sulla Margonara. Un fatto che preoccupa soprattutto in vista dell'appuntamento elettorale di primavera, quando si dovranno rinnovare le amministrazioni comunali e dovrà essere chiaro chi è favorevole e chi contrario alla cementificazione delle coste e alla devastazione del paesaggio.
Sergio Lugaro, consigliere comunale del PRC a Savona, mette in luce il ruolo dei comitati e chiama ad una lotta unitaria tra soggetti di diversa natura: "dai partiti come Rifondazione Comunista e i Verdi ai comitati per la "Madonnetta", a quelli contro l'Aurelia bis, sino ai singoli cittadini".
Una compattezza che esce vincitrice da una serata dove le espressioni di dubbio non sono malevole ma argomentate, dove non c'è la ricerca dell'avversario a tutti i costi ma semmai il ragionamento su come incidere compiutamente nei fatti, cercando di condizionare i pesanti interessi privati che giocano in questa operazione il ruolo egemone, chiave, assoluto.
Franco Zunino chiude con un ringraziamento generale e chiede a tutti di non smobilitare, ma di rimanere vigili sui territori, nelle istituzioni e ovunque sia possibile tradurre l'ambiguità in chiarezza, senza pregiudizi ma con la ferma intenzione di evitare alla nostra costa, alle nostre città e alla comunità tutta un nuovo scempio ambientale e sociale.
Marco Sferini

CONTINUA SUI SEGUENTI LINK
http://www.scribd.com/doc/9196551/Sansa-e-La-Margonara-Piu-Cemento
http://www.scribd.com/doc/9196565/i-Verdi-e-La-Margonara
http://www.scribd.com/doc/9196577/margonara-1
http://www.scribd.com/doc/9196594/margonara-2
http://www.scribd.com/doc/9196615/Margonara-Progetto-Fu
http://www.scribd.com/doc/9196630/Rifondazione-2-e-Margonara
http://www.scribd.com/doc/9196650/Rifondazione-e-Margonara

PENSIERO PERSONALE

In questi giorni sembra di essere ricaduti ai tempi di tangentopoli, non che pensassi che la corruzione fosse finita, ma una piccola speranza forse...
invece da destra a sinistra, dall'alto al basso, continua a vivere indisturbata, anzi si sta pensando di renderle ancora più vita facile eliminando le intercettazioni telefoniche.... Dio mio, stanno rovinando questo paese!!!
la democrazia sembra cautamente e non, sparire.
vengono fatti decreti e leggi ai limiti della dittatura, e nessuno, dico nessuno, dice niente. forse l'unico merito potrebbe andare all'italia dei valori, ma non so ancora per quanto potrà rappresentarci, poiché penso, che le stiano preparando la festa alle prossime elezioni. gli altri partiti che potevano fare opposizione sono già stati eliminati dal parlamento.
i sindacati? non esistono più, la loro sete di potere li ha fatti cadere nella trappola, ormai in molte sedi lavorative non possono più fare la voce grossa, poiché si sono venduti l'anima per qualche poltrona, qualche denaro. allora cosa ci rimane da fare? io non lo so, forse sperare, forse lottare, forse, andarcene da questo paese!
grazie

UN ALTRO INTOCCABILE da:antoniodipietro.it

Un altro intoccabile



Oggi, la Camera dei Deputati ha negato gli arresti domiciliari per il deputato del PD, Salvatore Margiotta, richiesti dal Pm di Potenza Woodcock nell'ambito dell'inchiesta delle supposte tangenti per la concessione di estrazioni petrolifere. Ad opporsi sono stati soli i deputati dell'Italia dei Valori.

Di seguito i dati della votazione presso la Camera dei Deputati (nota: sono "favorevoli" i voti per la non autorizzazione a procedere):

Votanti Maggioranza Favorevoli Contrari
454 226 430 21*
* i soli deputati dell'Italia dei Valori
Riporto il video ed il resoconto stenografico del mio intervento sulla dichiarazione di voto.

Intervento:
"Signor Presidente, come abbiamo sentito dal relatore, l'inchiesta della procura di Potenza non è affatto futile, ma è necessaria, ed è stata condotta - sono parole del relatore e della relazione approvata dalla Giunta - con una meritoria attività della magistratura e delle forze dell'ordine; questo è il dato di fatto.
Stiamo parlando cioè di un fatto per cui sta indagando un'autorità giudiziaria a cui questa Assemblea, nel riconoscere e nell'approvare la relazione del relatore, riconosce meritoria attività e ringrazia anche per ciò che sta facendo. Ebbene, quella procura di Potenza sta indagando su un gravissimo giro corruttivo in danno delle popolazioni locali. Voglio ricordare che il petrolio della Basilicata è il petrolio di tutto il Meridione, e anche dell'intera Italia, e che attorno alla sua estrazione si sono verificate, e si stiano verificando, episodi di inqualificabile mercimonio di funzioni pubbliche e private. Questo credo debba destare la preoccupazione di tutti, sia di noi in questa sede, sia di tutti coloro che hanno a cuore la legalità.
L'alterazione di cui stiamo parlando, ovvero la turbativa d'asta, per stessa ammissione del relatore e della relazione che ci accingiamo ad approvare, sarebbe avvenuta mediante lo scambio materiale delle buste con le varie offerte, in modo tale da far risultare quella della ATI di Ferrara vincitrice in danno di altri concorrenti; questo è il fatto.
Rispetto a questi fatti, si tratta di vedere non quali elementi di prova ci sono a carico dell'uno, o dell'altro, perché questo spetta alla magistratura, non spetta a noi. Se dovessimo accettare questo principio, l'affermazione fatta poc'anzi - nessun cittadino deve essere privato della libertà personale -, un principio sacrosanto, noi, oggi, per questa ragione, staremmo praticando una disparità di trattamento. Quel cittadino che è in mezzo a noi, può e non deve essere privato della libertà personale. Per gli stessi fatti, altri cittadini, su questa stessa inchiesta, vengono privati della libertà personale da una magistratura che voi stessi avete detto che sta conducendo, in questa indagine, una meritoria attività di cui gli va dato atto.
Innanzitutto, vorrei ricordare che, al di là della prassi di comodo che questo Parlamento sta portando avanti da diversi anni, l'articolo 68, secondo comma, della Costituzione, riserva la possibilità di non concedere l'autorizzazione alla limitazione della libertà personale solo quando vi è un fumus persecutionis, un intento persecutorio che va accertato, va dichiarato, va provato.
È difficile davvero individuare in questa relazione un'attività persecutoria della magistratura, se quella stessa magistratura viene chiamata, per questo stesso fatto, una magistratura che sta portando avanti una meritoria attività, essa e le forze dell'ordine.
La verità è molto semplice, signori colleghi, ed è che questo Parlamento, con riferimento ad alcuni cittadini italiani, sta applicando un principio diverso, vale a dire: per i parlamentari le valutazioni sugli elementi di prova non le fa soltanto il giudice ma le fa il Parlamento.
Vorrei ricordare che esiste un sistema endoprocessuale per far valere le proprie ragioni (il tribunale del riesame, il ricorso per Cassazione e quant'altro) e che in quella sede noi ci auguriamo che le istanze del deputato Margiotta possano essere prese in considerazione in modo positivo. Noi non dubitiamo che egli saprà difendere sé e il suo onore nelle sedi debite e competenti. Non accettiamo la regola per cui una sede diversa, soltanto perché un cittadino è parlamentare, possa stabilire una giurisprudenza diversa.
Non accettiamo il principio per cui gli elementi di prova, così come descritti nella relazione, possano essere e debbano essere valutati da questa Aula, perché questo non lo dice la Costituzione, perché la Costituzione invece dice che dobbiamo valutare soltanto gli elementi persecutori. Per questa ragione crediamo che in questo momento noi ci stiamo ponendo di fronte al Paese, ancora una volta, come una casta che vuole difendere se stessa (Commenti dei deputati del gruppo Popolo della Libertà e di deputati del gruppo Partito Democratico - Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori).
Noi non prendiamo a cuor leggero la decisione di votare per la concessione degli arresti domiciliari del collega. Sappiamo quali sono le prerogative del parlamentare, ma sappiamo che è ora di mettere un punto fermo a questo principio, a questa prassi, a questa brutta abitudine che questo Parlamento ha preso da molti anni, tanto è vero che, nonostante molte volte siano state avanzate richieste di misure cautelari, questo Parlamento, ad eccezione di quattro volte, non le ha mai concesse alimentando così quel principio di disparità di trattamento, di possibilità di eludere il corso della giustizia. Noi crediamo che sia giunto il tempo di riflettere in modo pacato ma responsabile su quale sia il ruolo del parlamentare, e su quale sia il limite delle sue guarentigie. Io non credo che questo Parlamento debba continuare a valutare le prove, e a valutarle una volta come conviene ad una coalizione, un'altra volta come conviene all'altra coalizione, e poi trovare un incontro perché quel che succede ad una parte può succedere un domani all'altra parte.
È giusto che, in caso dovesse succedere ad ognuno di noi, si corra dal giudice a far valere le proprie ragioni. Crediamo che sia il tempo di assumersi le proprie responsabilità di fronte alla legge e di fronte al Paese, e di interrompere questo metodo che finisce per togliere ogni credibilità alla nostra azione, al nostro ruolo e alla nostra funzione.
Per questo, onorevoli colleghi, il gruppo dell'Italia dei Valori voterà per la concessione degli arresti domiciliari al deputato Margiotta (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)."

giovedì 18 dicembre 2008

L'EXPO del cemento

L'EXPO del cemento

ENERGIA ALTERNATIVA

da:wikipedia
Per fonte di energia alternativa (o anche energie alternative) si intende un modo di ottenere energia elettrica fondamentalmente differente da quella ottenuta con l'utilizzo dei combustibili fossili, che costituiscono le fonti "non rinnovabili".
Spesso tale classe di fonti energetiche viene confusa o assimilata a quella delle fonti di energia rinnovabile (che in inglese sono sinonimi) o anche a quella delle fonti energetiche in grado di permettere uno sviluppo sostenibile. In realtà le fonti di energia alternativa comprendono una classe più ampia di forme di produzione di energia comprendendo "qualunque" modo di produzione di energia che non avvenga mediante l'utilizzo di combustibili fossili. Una differenza sostanziale ad esempio è la presenza fra le fonti alternative dell'energia nucleare, che non viene compresa nelle altre due classi.
Il termine divenne di uso comune negli anni '70, a valle delle crisi petrolifere del 1973 e 1979, che avevano fatto vedere in maniera chiara le problematiche poste da un mondo dell'energia troppo dipendente dal petrolio e, in generale, dall'approvvigionamento di fonti fossili.
Negli ultimi trent'anni sono state investite nella ricerca in tal senso molte risorse umane ed economiche. Nonostante ciò, uno dei problemi è rappresentato da conflitti d'interesse tra chi dovrebbe investire i fondi nella ricerca e chi produce attualmente l'energia o chi vende petrolio: di conseguenza vengono a mancare le alternative per il futuro.
Ad oggi sta aumentando, da parte di numerosi ricercatori la preoccupazione per il futuro energetico dell'umanità. Secondo modelli ritenuti generalmente validi come ad esempio il modello di Hubbert, sembra che il petrolio sia in fase di esaurimento (molti pensano che si stia superando il picco di Hubbert). Se ciò si rivelasse vero, provocherebbe delle ripercussioni enormi (alcuni parlano di ripercussioni catastrofiche) sull'economia, lo sviluppo e il sostentamento dell'umanità nei prossimi decenni (in particolare del mondo industrializzato, che maggiormente utilizza queste fonti), in quanto estremamente dipendenti dal petrolio. Una via indicata da molti per non incappare in questi eventi, è l'emancipazione dall'utilizzo del petrolio come fonte energetica, investendo risorse, ricerca e fondi nello sviluppo di fonti alternative di energia, che attualmente ricoprono una percentuale pari a circa il 20% della produzione energetica mondiale. Alcune fonti energetiche alternative sono rappresentate da:
energia nucleare (sia a fissione che a fusione)
energia idroelettrica
energia geotermica
energia ricavata dalla biomassa e biogas (anche biodiesel, vedi olio di colza)
energia eolica
energia solare (sia attraverso centrali solari termiche che fotovoltaiche)
energia del moto ondoso e delle maree
energia prodotta dalla dissociazione molecolare
Obama conferma svolta della politica Usa su ambiente (da:ansa.it)
(di Cristiano Del Riccio) WASHINGTON - Il presidente eletto Barack Obama ha confermato la sua intenzione di procedere ad una 'rivoluzione Copernicana' della politica americana sull'ambiente, dando alta priorità alla questione del mutamento del clima, scegliendo come prossimo ministro dell'Energia un fisico Premio Nobel specializzato in problemi del clima. La nomina dello scienziato Steven Chu (di origine cinese ma nato nel Missouri) è trapelata da fonti dello staff di Obama, e non è ancora stata annunciata ufficialmente, ma la scelta appare sicura così come l'intenzione del presidente eletto di mantenere le promesse fatte durante la campagna elettorale di una politica molto diversa da quella dell'Amministrazione Bush in materia di ambiente. Obama vede la crisi climatica come una opportunità per procedere ad una radicale riforma del modo in cui gli Stati Uniti consumano energia lanciando una serie di iniziative per incoraggiare lo sviluppo di tecnologie centrate sullo sfruttamento di fonti alternative e non inquinanti. Nella visione di Obama gli investimenti nel campo delle energie alternative offrono un doppio vantaggio: ai progressi in materia di protezione ambientale si accompagnano infatti le creazioni di nuovi posti di lavoro in settori destinati a crescere col passare del tempo. La scelta da parte del presidente eletto di uno scienziato Premio Nobel per la Fisica dal calibro di Steven Chu per il delicato e potente incarico di ministro dell'Energia conferma in modo esplicito la determinazione di Obama di voler dare una scossa alla politica americana sul clima e sull'ambiente. Chu è infatti uno scienziato 'verde' che dopo avere lasciato nel 2004 la Stanford University per diventare il direttore del Lawrence Barkeley National Laboratory si è lanciato nella 'missione' di trasformare l'istituto nel leader mondiale della ricerca sulla energia alternativa e rinnovabile soprattutto nel campo delle fonti di energia non-inquinanti. Il presidente Obama dovrà prendere una serie di importanti decisioni, in materia ambientale e climatica, nelle settimane successive al suo insediamento alla Casa Bianca. Tra queste figurano il sostegno a pacchetti legislativi che mirano a limitare la dispersione nell'aria di gas inquinanti in vista di una riduzione di tali quantitativi negli anni a venire. Si tratta anche di decidere una nuova politica sulla controversa questione delle trivellazioni petrolifere in aree a rischio ambientale, sulla concessione di permessi di costruzione di impianti a carbone, sulle norme che regolano l'attività delle centrali nucleari e sulle agevolazioni fiscali per incoraggiare lo sviluppo di risorse d'energia rinnovabile. La determinazione di Obama ad affrontare in modo aggressivo la questione climatica contrasta con l'atteggiamento tenuto per otto anni dalla amministrazione Bush in materia ambientale: la Casa Bianca ha difeso (fino a restare isolata) il più a lungo possibile la tesi che era ancora tutta da dimostrare il collegamento tra mutamenti climatici e le attività inquinanti umane. Tra i compiti più immediati del nuovo team di Obama sull'energia e sull'ambiente vi sarà quello di riesaminare, e probabilmente cancellare, molte delle norme approvate dalla amministrazione Bush in materia di inquinamento, norme che avevano scatenato le proteste degli ambientalisti per il loro contenuto non troppo 'verde'.

MAFIA: SUICIDA IN CARCERE IL BOSS FERMATO da:ansa.it

MAFIA: SUICIDA IN CARCERE IL BOSS FERMATO
PALERMO - La Procura della Repubblica di Palermo ha disposto l'autopsia sul corpo del boss Gaetano Lo Presti, 52 anni, che si è suicidato ieri sera nel carcere di Pagliarelli. L'uomo, che già in passato era stato condannato per mafia, era stato fermato ieri mattina dai Carabinieri nell'ambito dell'operazione denominata Perseo, che ha portato in carcere più di 90 persone, accusate di voler rifondare Cosa Nostra. Lo Presti è stato intercettato a lungo e le sue dichiarazioni sono contenute nel provvedimento di fermo che gli era stato notificato. L'uomo racconta, come si legge nelle intercettazioni, molti retroscena che riguardano la creazione della nuova commissione di Cosa Nostra e inconsapevolmente rivela agli investigatori i nomi degli altri boss coinvolti e le strategie che stavano portando avanti.
NEL POMERIGGIO PRIMI INTERROGATORI FERMATI
Cominceranno nel pomeriggio gli interrogatori in carcere dei fermati coinvolti nell'operazione "Perseo" che ha portato in cella 89 fra boss e gregari. Gli indagati sono accusati di far parte delle 15 famiglie di Palermo e provincia che stavano rifondando Cosa nostra, ricreando la vecchia Commissione provinciale per poter decidere "le cose gravi". I fermati sono stati rinchiusi nel carcere di Pagliarelli, dove si trovano in isolamento. Le intercettazioni eseguite dai carabinieri sono le principali fonti d'accusa per ognuna delle persone coinvolte. Gli investigatori sono riusciti a registrare le lunghe conversazioni che i capi dei mandamenti mafiosi facevano nei mesi scorsi per ricomporre la Commissione e dare vita alle vecchie regole di Cosa nostra, in modo da far tornare l'organizzazione più forte e sanguinaria come era in passato.
IL BLITZ, STRONCATI I PROGETTI DEI BOSS
Ci sono i nuovi capi delle famiglie mafiose di Palermo e provincia tra i 99 fermati dai carabinieri del Comando provinciale. L'operazione Perseo, ordinata dai pm della Dda, ha stroncato sul nascere i progetti criminali dei boss che avevano ricostituito la "commissione provinciale" di Cosa nostra, di cui non era ancora stato deciso il capo. Alcuni centri della provincia di Palermo si sono svegliati "assediati" dai carabinieri, in particolare Bagheria e Belmonte Mezzagno, così pure alcune zone del capoluogo. Le scene del maxiblitz viste stamani all'alba ricordano quelle di vent'anni fa, quando l'allora pool antimafia ordinava retate in seguito alle dichiarazioni dei primi pentiti di mafia. Adesso ad accusare i boss ci sono le intercettazioni. L'inchiesta Perseo è stata coordinata dal procuratore Francesco Messineo e dai sostituti della Dda Maurizio de Lucia, Marzia Sabella, Roberta Buzzolani e Francesco Del Bene. L'indagine dei carabinieri del Reparto operativo di Palermo é durata 9 mesi, insieme ai colleghi del Gruppo di Monreale. Gli investigatori hanno ricostruito i nuovi assetti mafiosi grazie a intercettazioni effettuate nei luoghi in cui i boss si riunivano per discutere affari e nuove strategie.L'inchiesta sui nuovi boss a capo delle famiglie e dei mandamenti mafiosi di Palermo ha portato ad acquisire elementi che mettono in risalto l'interesse di Cosa nostra nella politica. In particolare, dalle intercettazioni si apprende la strategia messa in atto per appoggiare alle elezioni elettorali candidati che i boss ritengono affidabili. E' uno dei punti su cui si basa l'inchiesta Perseo che ha portato ad identificare decine di nuovi "uomini d'onore", ed in particolare coloro che, di fatto, hanno svolto o svolgono un ruolo direttivo dell'attività delle "famiglie" mafiose palermitane di: Corso Calatafimi, Rocca Mezzo Monreale, Resuttana, Acquasanta, Porta Nuova, Altarello, Pagliarelli, Palermo Centro, Borgo Vecchio, Uditore, Borgo Molara Monreale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, San Mauro Castelverde e Termini Imerese. I carabinieri hanno pure identificato i presunti responsabili di numerose estorsioni ad attività imprenditoriali e commerciali, confermando ancora l'importanza vitale che il pizzo ha per l'organizzazione. C'é pure l'ennesima conferma sugli interessi della mafia nell'esecuzione di appalti pubblici e privati e sono stati acquisiti elementi che provano l'attuale interesse di Cosa nostra nel traffico internazionale di droga.

comunicato politico n°18 da:beppegrillo


Comunicato politico numero diciotto
In Abruzzo metà degli elettori non ha votato. Chiodi ha vinto, Costantini ha perso, ma era uno contro tutti, uno contro Veltrusconi. Per il PDmenoelle era meglio una sconfitta disastrosa che la vittoria di un uomo pulito. E l’ha ottenuta. Il Pdmenoelle voleva come candidato, al posto di Costantini, il sindaco di Pescara Luciano D’Alfonso, arrestato subito dopo le elezioni. Se si fosse presentato e avesse vinto sarebbe stato sindaco per un paio d’ore.Il partito che non c’è avanza. Alle ultime elezioni politiche (incostituzionali perché non permettevano la scelta del candidato) non ha votato un italiano su quattro, adesso un abruzzese su due. Le retate dei politici proseguono in tutta Italia. Dopo l’Abruzzo, la Basilicata con il fermo del deputato PDmenoelle Margiotta e l’arresto dell’amministratore delegato della Total. Dopo la Basilicata, Napoli con l’arresto di due assessori PDmenoelle e la richiesta di arresto per i parlamentari Italo Bocchino del PDL e Lusetti del PDmenoelle.I vertici del PDmenoelle non si dimettono, piuttosto preferiscono andare in galera. La Iervolino riflette, D’Alema non si fa processare, Franceschini vuole (tenetevi forte) la questione morale al primo posto e Topo Gigio Veltroni aspetta istruzioni da Arcore e dichiara che “ha innovato troppo poco”. Bassolino sarà premiato dal PDmenoelle con la candidatura alle prossime elezioni europee. Anche Del Turco, appena uscito di galera, ha ottenuto rassicurazioni, ma dal PDL, per sbarcare a Bruxelles e fare una vera politica riformista. Il Parlamento italiano non basta più per contenere tutti gli inquisiti e i condannati. Per fortuna c’è l’Europa.L’Italia sta sprofondando in un letamaio e in Parlamento si discute della riforma della Giustizia. C’è bisogno della riforma della Politica, non della Giustizia. Due milioni di disoccupati sono in movimento dal centro nord nella capitale. Non sentite gli zoccoli dei bisonti? Arriveranno prima loro o i magistrati? O ci sarà la famosa terza via, quella della fuga a Hammamet?Vizzini, mi sente? Nella commissione del Senato(*) di cui lei è presidente è ferma la proposta di legge Parlamento Pulito. Un primo passo per la riforma della Politica. 350.000 persone hanno firmato. Se la legge non verrà discussa le inviterò a Roma per chiederle conto del suo silenzio. No ai pregiudicati in Parlamento, due legislature e poi a casa, voto di preferenza per il candidato. Non sono richieste straordinarie, ma l’ABC della democrazia.PDL e PDmenoelle sono due gemelli siamesi, se li separi muoiono entrambi. Hanno lo stesso cuore, lo stesso cervello, gli stessi pregiudicati.Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.(*) La Commissione è presieduta da Vizzini (PDL) e composta da Benedetti Valentini (PDL), Incostante (PD), Adamo (PD), Bodega (LNP), Bastico (PD), Battaglia (PDL), Belisario (IDV), Bianco (PD), Boscetto (PDL), Ceccanti (PD), Cossiga (UDC-SVP-Aut), De Sena (PD), Fazzone (PDL), Lauro (PDL), Malan (PDL), Marino (PD), Mauro (LNP), Nespoli (PDL), Pardi (IDV), Pastore (PDL), Pistorio (Misto), Procacci (PD), Saltamartini (PDL), Sanna (PD), Saro (PDL), Sarro (PDL), Vitali (PD).

"La voce di Miriam Makeba era quello che i sudafricani dell'apartheid avevano al posto della libertà" da:robertosaviano.it

"La voce di Miriam Makeba era quello che i sudafricani dell'apartheid avevano al posto della libertà"
di Roberto Saviano
Miriam Makeba's voice has been what Southafricans under apartheid had instead of Freedom. By Roberto Saviano

Cosa è il blues?, si chiede lo scrittore afroamericano Ralph Ellison. Il blues è quello che i neri hanno al posto della libertà. Dopo aver saputo della morte di Miriam Makeba, mi è subito venuta in mente questa frase. Mama Africa è stata ciò che per molti anni i sudafricani hanno avuto al posto della libertà: è stata la loro voce. Nel 1963 ha portato la propria testimonianza al comitato contro l'apartheid delle Nazioni Unite. Come risposta il governo sudafricano ha messo al bando i suoi dischi e ha condannato Miriam all'esilio. Trent'anni d'esilio.
Da quel momento la sua biografia si è fatta testimonianza di impegno politico e sociale, una vita itinerante, come la sua musica vietata.
Nelle perquisizioni ai militanti del partito di Nelson Mandela vengono sequestrati i suoi dischi, considerati "prova" della loro attività sovversiva. Bastava possedere la sua voce per essere fermati dalla polizia bianca sudafricana. Ma la potenza delle sue note le conferisce cittadinanza universale fa divenire il sudafrica terra di tutti. E soprattutto l'inferno dell'apartheid un inferno che riguarda tutti. Negli anni Sessanta, approdata negli Stati Uniti, Miriam Makeba si innamora di Stokley Carmichael, leader delle Pantere Nere e i discografici in America le cancellano i contratti, perché Mama Africa non combatte con i mezzi della militanza politica ma con la voce. E questo fa paura. Lei arriva alla gente attraverso la sua musica, attraverso successi mondiali come Pata Pata che tutti ballano, che piacciono a tutti, con una forza dirompente e vitale che il governo dell'apartheid come i razzisti di tutto il mondo non sanno come arginare o combattere.
Così, a 76 anni, è venuta a cantare persino in un posto che sembra dimenticato da dio, dove persone solerti hanno organizzato un concerto per portare un po' di dignità a una terra in ginocchio. E l'altra sera mi hanno chiamato di notte. Checco che aveva seguito l'organizzazione del concerto, mi ha detto che Miriam Makeba non si sentiva bene, "ma la signora vuole cantare lo stesso, vuole il tuo libro nell'edizione americana nel camerino, Robbè, è tosta!". Quando mi avevano detto che Miriam Makeba aveva accettato di cantare a Castel Volturno nel concerto in mia vicinanza che chiudeva gli "Stati generali della scuola del Sud", al primo momento stentavo a crederci. Invece lei che per anni aveva lottato e aveva viaggiato cantando per tutta l'Africa e il resto del mondo, voleva venire anche in questo angolo sperduto dove quasi due mesi prima c'era stata una strage di sette africani. Ché per lei erano africani, non ghanesi, ivoriani o del Togo.
“Miriam, morta nella Soweto d'Italia. Il suo ultimo canto è stato tra gli africani della diaspora, arrivati qui a migliaia”
In questa idea panafricana che fu di Lumumba e che mai come oggi sembra per sempre purtroppo sepolta. Mama Africa si è esibita a pochi metri da dove hanno ammazzato l'imprenditore Domenico Noviello, un morto innocente, nativo di queste terre, che invece è morto solo, senza partecipazione collettiva, rivolta, fratellanza. La morte di Miriam Makeba, venuta a portarmi la sua solidarietà e testimoniarla alla comunità africana ed italiana che resiste al potere dei clan, è stato per me un enorme dolore. Enorme come lo stupore con cui ho accolto la dimostrazione di passione e forza di una terra lontana come quella sudafricana che già nei mesi passati mi aveva espresso la sua vicinanza attraverso l'arcivescovo Desmond Tutu. Invece, grazie alla loro storia, persone come Tutu o come Miriam Makeba sanno meglio di altri che è attraverso gli sguardi del mondo che è possibile risolvere le contraddizioni, attraverso l'attenzione e l'adesione, il sentirsi chiamati in causa anche per accadimenti molto lontani. E non con l'isolamento, con la noncuranza, con l'ignoranza reciproca.
Il Sudafrica vive una pressione dei cartelli criminali enorme, ma i suoi intellettuali e artisti continuano ad essere attenti, vitali e combattivi. Desmond Tutu stesso definì il Sudafrica "rainbow nation", nazione arcobaleno, lanciando il sogno di una terra molto più varia e ricca e colorata di un semplice ribaltamento di potere fra il bianco e il nero. Miriam Makeba era e rimane la voce di quel sogno. Se c'è un conforto nella sua tragedia si può dire che non è morta lontano. Ma è morta vicina, vicina alla sua gente, tra gli africani della diaspora arrivati qui a migliaia e che hanno reso propri questi luoghi, lavorandoci, vivendoci, dormendo insieme, sopravvivendo nelle case abbandonate nel Villaggio Coppola, costruendoci dentro una loro realtà che viene chiamata Soweto d'Italia. È morta mentre cercava di abbattere un'altra township col mero suono potente della sua voce. Miriam Makeba è morta in Africa. Non l'Africa geografica ma quella trasportata qui dalla sua gente, che si è mescolata a questa terra a cui pochi mesi fa ha insegnato la rabbia della dignità. E, spero pure, la rabbia della fratellanza.
(Copyright 2008 by Roberto Saviano Published by arrangement with Roberto Santachiara Literary Agency)
Foto: © Luigi Caterino http://www.luigicaterinophotos.it/

ROBERTO SAVIANO ,IN FALCOTA' A ROMA da:corriereuniv.it

Roma Tre, applausi per Saviano News dagli Atenei 18 Dicembre 2008
“Vedere i vostri volti è bellissimo”. Roberto Saviano ha esordito così – ieri pomeriggio - davanti alla platea dell’Aula Magna della facoltà di Lettere dell’Università di Roma Tre e i suoi occhi lucidi tradivano un’emozione autentica: il caloroso applauso che l’aveva accolto in sala proveniva da centinaia di ragazzi che avevano appena finito di vedere il film tratto dal suo Gomorra, giovani accorsi numerosi per poterlo ascoltare e potersi confrontare con lui. Un incontro organizzato dall’Onda studentesca cui lo scrittore ha aderito con entusiasmo.
Lo slogan. “Non saranno gli studenti e le studentesse a pagare la crisi dei politici mafiosi e dei finanzieri corrotti”. Questo recitava lo striscione preparato dai ragazzi per l’occasione: ogni riferimento alle vicende dell’attualità politica di ieri, di oggi e di “domani” era puramente voluto. In quasi un’ora e mezza Saviano ha toccato molti temi mantenendo alta l’attenzione dei ragazzi: nonostante l’aula fosse gremita non è volata una mosca. Tutti in silenzio (alcuni anche in piedi) con la voglia e il piacere di ascoltare la testimonianza di una persona simbolo della lotta alla criminalità organizzata.
Quei feudi del Centrosinistra. “Al di là delle attuali vicende in corso a Napoli e di come andranno a finire, una cosa va detta, che il centrosinistra avesse relazioni con la criminalità organizzata lo si sapeva da dieci anni. Non a caso la Campania e la Calabria, feudi del centrosinistra, hanno il record per crimini di questo tipo”. Questo è stato uno dei momenti più intensi della lezione sulla criminalità e camorra tenuta dall’autore di “Gomorra”.
Il ricambio necessario. Saviano ha lanciato un appello all’elettorato molto applaudito dai numerosi studenti presenti in sala: “Gli elettori di sinistra e di destra devono una volta per sempre, al di là delle loro idee politiche scegliere persone diverse a rappresentarli”. Il fatto di essere accusato “dalla mia gente di aver diffamato la mia terra è una cosa ingiusta. Quello che emerge in ogni inchiesta - ha detto - è che al di là del fatto se sei di destra o di sinistra, sei coinvolto in certe cose perché è così che funziona”.
Un business miliardario. “La criminalità organizzata in Italia fattura 100 miliardi di euro. Per capirne la portata, basti pensare che la Fiat Mondo ne fattura 50”. Applausi e ancora applausi quando Saviano ha chiesto agli studenti di pretendere che “gli eletti in Parlamento, di destra o di sinistra, siano diversi da quelli che ci sono adesso”.
Una scelta di campo. “Ho scritto Gomorra - ha aggiunto - perché, come ha detto più di qualche sacerdote ucciso dalla criminalità organizzata che chiedeva a Dio non dove fosse, ma da che parte si fosse schierato, anch’io ho deciso da che parte stare”.
La guerra “silenziosa”. “Il fatto è - ha spiegato lo scrittore - che è una vera e propria guerra quella che avviene nel sud. Una guerra che ha fatto 4.000 morti, più del fondamentalismo islamico in Europa. Una guerra silenziosa di cui i media parlano poco”.
La mattanza continua. E poi Saviano fa vedere su uno schermo attrezzato dietro la cattedra tante foto di morti ammazzati (tutti under 35), in cui molto spesso ci sono come testimoni dei ragazzini piccoli in prima fila (”si può dire che questa è una sorta di iniziazione. I bambini sanno tutto di pistole e modi di morire”).
Stampa locale pilotata. Saviano conclude con un’accusa forte - documentata anche attraverso alcune diapositive – a certa stampa locale che fa un’informazione deformata e connivente con la criminalità: “L’unica paura che hanno i camorristi è quella della parola. Non vogliono che la gente sappia troppo di loro. Preferiscono passare per criminali da strapazzo, piuttosto che da imprenditori affiliati al crimine”.

Napoli: arrestati due assessori, coinvolti parlamentari

PENSIERO PERSONALE: NON E' CAMBIATO NIENTE!!! CHE VERGOGNA...

da:reutes italia
mercoledì, 17 dicembre 2008 6.37
Versione per stampa

NAPOLI (Reuters) - Gli uomini della Direzione investigativa antimafia (Dia) e i carabinieri di Caserta hanno eseguito stamattina 13 ordinanze di custodia cautelare, delle quali 12 ai domiciliari e una in carcere, nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla procura di Napoli sulla gestione degli appalti comunali, arrestando, fra gli altri, quattro tra assessori ed ex assessori della giunta partenopea.
Lo hanno riferito gli stessi magistrati e fonti investigative.
Gli arresti di oggi rappresentano una svolta nelle indagini su "un quadro allarmante di commistione in relazione a una pluralità di appalti" che ruotano intorno all'imprenditore Alfredo Romeo e che da settimane avevano spinto esponenti dello stesso Pd -- già sotto pressione per inchieste diverse a Firenze e a Pescara -- a chiedere al sindaco Rosa Russo Iervolino l'azzeramento della giunta. Richiesta respinta dal sindaco.
L'indagine, hanno detto oggi gli investigatori, coinvolge anche due parlamentari in carica, per i quali non è stata però richiesta alcuna misura cautelare. Si tratta di Italo Bocchino, vicepresidente vicario del gruppo Pdl alla Camera, e Renzo Lusetti, deputato del Pd, che non è stato possibile raggiungere per un commento.
IERVOLINO NON SI DIMETTE. DISCUTERA' CON GIUNTA E PARTITI
"Continuo a ribadire che queste mani sono pulite fino in fondo. Anche da questa inchiesta in cui mi si dice che ci sono 500 pagine di intercettazioni non c'è una riga che riguardi il sindaco", ha detto in serata il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino da Roma, dove è arrivata per un incontro con il segretario del Pd Walter Veltroni.
Ad una domanda su sue possibili dimissioni, il sindaco ha risposto: "Leggerò i documenti, parlerò con i partiti della coalizione a Napoli, poi deciderò". Inevitabile dopo gli arresti un rimpasto in giunta: "Certamente (il rimpasto ci sarà), ne mancano quattro (di assessori)".
L'inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia guidata da Franco Roberti, si concentra sulle attività dell'imprenditore Romeo -- unico degli indagati a finire oggi in carcere -- e su quattro appalti, dei quali due "global service" per la manutenzione delle strade a Napoli e nella provincia, un appalto per la refezione scolastica nella provincia napoletana e un quarto per la pulizia di immobili.
Le ipotesi d'accusa sono, a vario titolo e per i diversi indagati, associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d'asta, alla corruzione, all'abuso d'ufficio e alla rivelazione di segreti d'ufficio.
AVVISO GARANZIA A BOCCHINO E LUSETTI
Fra gli arrestati, oltre all'imprenditore e ai quattro fra assessori ed ex assessori comunali, anche un ex provveditore alle Opere pubbliche della provincia di Napoli, Mario Mautone, attualmente con un incarico ministeriale alle Opere Pubbliche, e un colonnello della Gdf, ex appartenenente alla Dia.
I due assessori in carica arrestati sono Felice Laudadio e Ferdinando di Mezza, rispettivamente all'Edilizia e al Patrimonio, mentre i due ex componenti della giunta sono Enrico Cardillo, già assessore al Bilancio dimessosi a fine novembre e Giuseppe Gambale, ex assessore alle Scuole.
Iervolino ha annunciato che sospenderà i due assessori -- Laudadio e di Mezza -- e Gambale, che è attualmente consulente del Comune.
La procura, hanno detto ancora le fonti, aveva richiesto una misura anche nei confronti dell'ex assessore comunale alla Protezione Civile Giorgio Nugnes, arrestato il 6 ottobre insieme ad altre 36 persone nell'ambito dell'inchiesta sui disordini a Pianura contro la riapertura della discarica e suicidatosi a casa sua il 29 novembre scorso.
A Bocchino e Lusetti, come hanno comunicato i magistrati napoletani in un incontro oggi con la stampa, è stato notificato un avviso di garanzia per i reati di partecipazione ad associazione a delinquere capeggiata da Romeo e, per il solo Bocchino, anche di concorso in turbativa d'asta in relazione allo specifico appalto del "global service" per la manutenzione delle strade di Napoli, deliberato dal Comune ma poi mai attuato per mancata copertura finanziaria.
Per i due è stato inoltre disposto lo stralcio delle posizioni per procedere con la rituale richiesta di autorizzazione al Parlamento.
"IL COMITATO"
Secondo i procuratori, Romeo avrebbe "organizzato un vero e proprio comitato composto da tecnici, professionisti, assessori e pubblici funzionari che ruotava intorno alla sua figura", ai quali l'imprenditore avrebbe promesso "posti di lavoro", "incarichi e consulenze" o "denaro fumante" per ottenere "l'aggiudicazione di appalti attraverso una vera e propria blindatura dei bandi di gara che vengono materialmente redatti da Romeo e da uomini del suo staff per poi essere approvati dai vari enti pubblici interessati".
"Finanche per i pubblicandi appalti dello stato Vaticano egli (Romeo, ndr) fa ricorso al medesimo indirizzo operativo", scrivono la procura e la Dda in un comunicato.
Nel caso di un appalto romano -- per il quale una sentenza del Tar del Lazio sfavorevole a un'associazione temporanea impresa riconducibile a Romeo è stata poi ribaltata in Consiglio di stato -- Roberti ha commentato: "Posso dire che oltre a politici a favore di Romeo ci sono anche magistrati a favore di Romeo".
Dopo la notizia degli arresti, un gruppo di cittadini, che hanno detto di essersi riuniti grazie al sito web Facebook, hanno protestato sotto la sede del Municipio, con cartelli con su scritto "la legge è uguale per tutti" e "basta a questa politica di livello basso-lino".

GIUSTIZIA da:antoniodipietro

"Una Giustizia che funzioni" di Antonio Di Pietro | 17 Dicembre 2008
Tieniti aggiornato: www.antoniodipietro.it

martedì 16 dicembre 2008

LA SOCIAL CARD dal sito del governo

Presentazione
E' stata presentata questa mattina a Palazzo Chigi dai ministri Tremonti (Economia e finanze) e Sacconi (Lavoro, salute e solidarietà sociale) e dal sottosegretario alla Presidenza del consiglio Bonaiuti - nel corso di una conferenza stampa - la "Carta acquisti" o "Social card".
La Carta spetta ai cittadini ultrasessantacinquenni e alle famiglie con figli di età inferiore ai 3 anni che abbiano un reddito fino a 6.000 euro. Per chi ha più di 70 anni, la soglia di reddito è 8.000 euro.
La Carta Acquisti è stata introdotta con la manovra finanziaria (art.81 Decreto legge n. 112/2008 convertito dalla legge 133/2008) per sostenere le famiglie e le persone anziane nella spesa alimentare e per le spese domestiche di luce e gas.
La Carta Acquisti si presenta come una normale carta di pagamento elettronico, uguale a quelle già in circolazione e ampiamente diffuse nel nostro Paese. A differenza di queste, però, le spese effettuate con la Carta Acquisti, verranno addebitate non al titolare della Carta, bensì direttamente allo Stato.
La Carta potrà essere utilizzata per effettuare acquisti in tutti i negozi abilitati. Con la Carta si potranno anche avere sconti nei negozi convenzionati che sostengono il programma "Carta Acquisti". Tramite la Carta, si potrà accedere direttamente alla tariffa elettrica agevolata. Ulteriori benefici e agevolazioni sono in corso di studio.
La Carta Acquisti vale 40 euro al mese. Per le domande fatte prima del 31 dicembre, la Carta sarà inizialmente caricata con 120 euro, relativi ai mesi di ottobre, novembre e dicembre 2008. Successivamente, nel corso del 2009, la Carta sarà caricata ogni 2 mesi con 80 euro, sulla base degli stanziamenti via via disponibili.
Per avere la Carta acquisti occorre presentare una domanda. A tutti i possibili beneficiari verrà inviata una lettera con la spiegazione su come ottenere la Carta. Per avere informazioni si può contattare il numero Verde 800.666.888.
- La lettera inviata alle persone con almeno 65 anni;- La lettera inviata alle famiglie con bambini al di sotto dei 3 anni.
fonte: MEF
Redazione Internet - Rosella Rega (r.rega@governo.it)

Informativa sull’utilizzo della Carta Acquisti
1. La Carta Acquisti (“Carta”) è una Carta elettronica di pagamento prepagata e ricaricabile, emessa da Poste Italiane S.p.A. (“Poste
Italiane”) per conto del Ministero dell’Economia e delle Finanze (“Ministero”) ai sensi dell’art. 81, comma 32, del decreto-legge 25 giugno
2008, n. 112, convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008, n. 133, e del decreto emanato ai sensi dell’art. 81, comma 33, del
medesimo decreto-legge (“Decreto attuativo”).
2. Il Ministero assicura, tramite Poste Italiane, una disponibilità di spesa utilizzabile dal titolare della Carta (“Titolare”) attraverso la stessa
Carta, nei limiti di quanto previsto dal Decreto attuativo e sue successive modificazioni e integrazioni. Tale disponibilità non costituisce
deposito e non è fruttifera. Il Ministero, secondo le procedure disciplinate nel Decreto attuativo, può disporre la disattivazione della Carta
e/o l’annullamento della eventuale disponibilità residua di spesa.
3. La Carta deve essere usata esclusivamente dal Titolare e non può essere ceduta o data in uso a terzi. Il Titolare è tenuto ad apporre la
propria firma nell’apposito spazio sul retro della Carta all’atto della ricezione della stessa.
4. Ad ogni Carta è assegnato un codice personale segreto (“PIN”). Il PIN è un numero generato automaticamente da una procedura elettronica
ed è pertanto sconosciuto anche al personale di Poste Italiane. Il PIN e la Carta sono consegnati al Titolare separatamente in
busta chiusa (il PIN viene inviato via posta all’indirizzo del Titolare). Costituendo la Carta e il PIN gli strumenti di identificazione e legittimazione
del Titolare, per gli utilizzi di cui al punto 9, è interesse di quest’ultimo custodirli con ogni cura ed assicurarsi, in particolare,
che il PIN rimanga segreto, non sia comunicato a soggetti terzi, non sia riportato sulla Carta né conservato unitamente alla stessa ovvero
ai propri documenti. Il Titolare, dal momento in cui riceve la Carta e il relativo PIN, non può pretendere da Poste Italiane il ristoro di
danni subiti in ragione dell’abuso o dell’uso illecito degli stessi, nonché del loro smarrimento o sottrazione, fatto salvo quanto previsto al
punto 10.
5. La Carta è utilizzabile esclusivamente negli esercizi commerciali convenzionati con il circuito Mastercard e che possiedono i Codici
merceologici e gli altri requisiti previsti dal Ministero (visionabili sul sito www.mef.gov.it/carta_acquisti, oppure sul sito
www.lavoro.gov.it/carta_acquisti e sul sito www.poste.it/carta_acquisti). L’utilizzo della Carta è gratuito, nessuna commissione può essere
richiesta dagli esercizi commerciali per il suo utilizzo. La Carta è anche utilizzabile presso Poste Italiane per pagare bollette energetiche
o ordinare buoni acquisto sostitutivi, ove tale servizio venga attivato dal Ministero. L’utilizzo della Carta è possibile tramite i circuiti
Postamat e Mastercard solo quando tali circuiti ed i relativi terminali POS/ATM/Internet sono attivi.
6. Non è consentito al titolare prelevare contanti o ricaricare la Carta con proprie disponibilità. L’utilizzo non è consentito in ATM diversi da
quelli di Poste Italiane in cui è possibile controllare il saldo e la lista movimenti della Carta. Il Titolare prende atto che in caso di difettoso
funzionamento di un ATM o della Carta stessa, o di improprio utilizzo, l’ATM, per motivi di sicurezza, potrebbe trattenere la Carta. In
tale ipotesi il Titolare dovrà prendere contatto con l’istituzione proprietaria del ATM.
7. La Carta ha validità per il periodo sulla stessa indicato, fatto salvo quanto previsto al punto 11.
8. Il Titolare è tenuto al buon uso della Carta e ad attenersi per qualsiasi suo utilizzo, alle istruzioni fornite dal Ministero e/o da Poste Italiane
anche attraverso avvisi esposti negli Uffici Postali, sul sito internet di Poste Italiane www.poste.it/carta_acquisti ovvero in comunicazioni
scritte consegnate o spedite al Titolare.
9. Per l’utilizzo della Carta presso i terminali POS degli Uffici Postali e gli ATM è richiesta la digitazione del codice PIN. In tali casi il PIN
costituisce l’esclusivo strumento di identificazione del Titolare della Carta. Per l’utilizzo della Carta presso gli esercizi commerciali convenzionati
è invece richiesta l’apposizione sulla ricevuta emessa dal POS della firma del Titolare, conforme a quella apposta dallo stesso
sul retro della Carta. Gli esercizi commerciali potranno richiedere al Titolare l’esibizione di un valido documento di riconoscimento.
10. In caso di smarrimento o sottrazione della Carta, occorre che il Titolare provveda a chiedere immediatamente il blocco della Carta stessa,
telefonando dall’Italia al numero 800.902122 (gratuito) oppure dall’Estero al numero +39.02.34980131 (di seguito “Numero”). Il
Titolare dovrà fornire a Poste Italiane gli elementi richiesti per procedere al blocco della Carta. Nel corso della telefonata al Numero, l’operatore
comunicherà al Titolare il numero di blocco. Occorre altresì che il Titolare denunci tempestivamente l’accaduto all’Autorità
Giudiziaria o di Pubblica Sicurezza. Entro 2 (due) giorni lavorativi bancari da quello della telefonata, il Titolare dovrà confermare l’avvenuta
richiesta di blocco ad un Ufficio Postale, fornendo contestualmente una copia della denuncia presentata all’Autorità Giudiziaria o di
Pubblica Sicurezza ed indicando il numero di blocco. La conferma della richiesta di blocco della Carta dovrà essere fatta personalmente
oppure mediante lettera raccomandata o telefax (per ulteriori informazioni chiamare il numero 800.666888). Recandosi presso un
Ufficio Postale abilitato, il Titolare potrà richiedere, anche contestualmente alla conferma di blocco e previa consegna di copia della
denuncia presentata all’Autorità Giudiziaria o di Pubblica Sicurezza, il rilascio di una nuova Carta, su cui verrà trasferito l’eventuale saldo
residuo disponibile sulla Carta bloccata.
11. Il Titolare può richiedere, presso gli Uffici Postali abilitati, la sostituzione della Carta in caso di smagnetizzazione, deterioramento o difettoso
funzionamento della stessa. In tali ipotesi il Titolare è tenuto a restituire la Carta. L’eventuale saldo residuo disponibile sarà trasferito
sulla nuova Carta.
12. Il Ministero, ai sensi della normativa vigente, potrà disporre ed effettuare accertamenti sui dati e sulle dichiarazioni fornite con la domanda
della Carta. Nel caso in cui fossero rilevate non conformità o anomalie, il Ministero potrebbe, a seconda dell’anomalia riscontrata,
sospendere gli accrediti, annullare la disponibilità di spesa presente sulla Carta, sospendere o disattivare la Carta stessa.
13. Ai sensi dell’art. 81 del decreto-legge n. 112/2008 citato al punto 1 il Ministero promuoverà iniziative volte all’attivazione, a favore dei
beneficiari della Carta, di ulteriori benefici aggiuntivi, anche tramite il contributo di soggetti privati. Per tali motivi, il Ministero richiede informazioni
addizionali rispetto a quelle necessarie all’attivazione della Carta. La mancata fornitura di tali informazioni non pregiudica il rilascio
della Carta Acquisti. La mancata compilazione potrebbe pregiudicare l’attribuzione dei benefici aggiuntivi eventualmente attivati dal
Ministero. Le informazioni raccolte non verranno utilizzate per nessun altro scopo se non quello per il quale sono state raccolte.
14. Per facilitare l’utilizzo della Carta Acquisti, all’atto di ciascuna transazione, nel messaggio di autorizzazione dei singoli addebiti visibile
sulle ricevute di pagamento emesse dal POS, potrà risultare la disponibilità residua di spesa della Carta Acquisti

IL RIFUGIO DI DEL TURCO da;antoniodipietro


14 Dicembre 2008
Il rifugio di Del Turco
Oggi Ottaviano Del Turco ha dichiarato che intende candidarsi con il Popolo della Libertà di Berlusconi alle prossime europee. E ha ribadito che non voterà Carlo Costantini.
Giornali e agenzie on line lo hanno pubblicato in barba a qualsiasi silenzio stampa sulle elezioni. Ed allora, per pari opportunità, riprendano anche il mio pensiero.Ritengo che le dichiarazioni di Del Turco siano un messaggio a tutti gli indagati sulla questione morale della sanità in Abruzzo, di centrodestra ovvio ma anche di centrosinistra.
Assomiglia – fatte le debite proporzioni- al messaggio che mandò Marcello Dell’Utri, e che condivise Silvio Berlusconi alle precedenti elezioni politiche, in cui si inviava un celato messaggio di distensione alla malavita organizzata attraverso parole vergognose secondo cui Mangano, lo stalliere di villa Arcore, condannato all’ergastolo per omicidio e uomo di Cosa Nostra, fu “un eroe”.
Del Turco, con le sue dichiarazioni, ha voluto indicare una via di salvezza per l'impunità processuale, che può risiedere nel voto al Popolo delle Libertà.Anche di questo l'Italia dei Valori ed il centrosinistra, quello pulito, sono orgogliosi.
Contestualmente ringrazio Beppe Grillo, che dal suo blog ha espresso il suo apprezzamento per Carlo Costantini.
A noi vanno le simpatie di persone come Travaglio e Grillo, a Berlusconi quelle di Gelli, Mangano e Del Turco.


PASSAPAROLA; da antonio di pietro

"Passaparola di lunedi 15 dicembre" di Antonio Di Pietro | 15 Dicembre 2008
Tieniti aggiornato: www.antoniodipietro.it

IL PENSIERO DI CUSU

Chiedi...Ma perché la FIAT ha il bilancio in attivo, e mette in cassa integrazione 50.000 persone e lo stato cioè noi dobbiamo pagare?Se questo è un pensiero "buono" perché tanti buoni non la smettono e si incazzano?grazie cusu

domenica 14 dicembre 2008

da:il paesedelledonne

Diventa anche tu un riciclatore di morale pubblica
Roma 13 dicembre, in occasione della manifestazione "Adeschiamo i diritti" contro il ddl Carfagna per i diritti delle/i sexworkers e di tutte/i, le galline ribelli di Amatrix hanno lanciato la nuova campagna "Butta bene dalla A alla Z per la raccolta differenziata dei (...)
Amatrix
In nome della sicurezza», della morale pubblica e del decoro urbano, il governo sta attuando politiche – di cui il Ddl Carfagna è un ottimo esempio – che mirano a limitare o ad escludere parte della popolazione dall’accesso ai diritti, dalla possibilità di autodeterminarsi, talvolta dalla stessa garanzia dell’incolumità personale. Attraverso queste politiche si creano categorie di persone considerate dei semplici rifiuti (più o meno pericolosi), altre che possono aspirare ad essere riciclate, ma solo se utili e aderenti ai criteri costruiti a partire dal modello del cittadino bianco e eterosessuale. Come fare a sapere chi è riciclabile e chi no? Per aiutare la popolazione a districarsi nell’impresa e l’AMA a rendere più decorose e pulite le proprie strade, Amatrix propone il gioco di simulazione AMA/TRIX. Il gioco consiste in un kit, composto di sagome femminili che corrispondono alle categorie entro le quali le politiche governative costringono tutte e di sacchetti per la raccolta differenziata. Lo scopo della simulazione è individuare il sacchetto corretto in cui porre i diversi rifiuti organici. Vince chi ottiene la massima efficienza di decoro urbano. Amatrix ha consegnato alle redazione dei quotidiani il gioco di simulazione AMA/TRIX.
Di seguito trovate tutte le istruzioni e qui potete scaricare tutti i materiali: http://amatrix.noblogs.org/
AMA/trix L’AMA - l’Azienda Morale Ambientale - presenta il suo TRIX per la
Raccolta, Trasporto, Trattamento, Riciclaggio e Smaltimento Rifiuti umani differenziati [liberamente tratto da http://www.amaroma.it]
AMA gestisce i servizi di igiene urbana su tutto il territorio, curando oltre alla pulizia delle strade, tutti i servizi necessari alla gestione dell’intero ciclo dei rifiuti: raccolta, trattamento, smaltimento, riciclo, recupero di energia. Oltre agli interventi di decoro urbano, AMA vuole offrire un nuovo servizio alla cittadinanza italica, la Gestione della raccolta differenziata del materiale organico. Per responsabilizzare il buon cittadino al mantenimento del decoro urbano e dell’igiene pubblica, AMA promuove una campagna di sensibilizzazione e di autoconvincimento attraverso il gioco di simulazione TRIX.
AMA vi regala un TRIX di sacchetti per la raccolta dei rifiuti che il buon padre di famiglia e i suoi sostenitori devono utilizzare con giudizio, distinguendo i rifiuti organici tra pericolosi, indifferenziati e non riciclabili.
La frazione secca ad elevato potere calorifico dei rifiuti indifferenziati viene separata e trasformata in combustibile destinato al recupero energetico [es: donna seminuda in televisione]. La frazione umida viene invece trattata per la produzione di ammendante utilizzabile per il recupero di aree degradate [es.: clandestina che ha la fortuna di incontrare famiglia bisognosa di badante]. Si tratta in questo caso di rifiuti organici indifferenziati ma riciclabili da inserire nel sacchetto indifferenziati.
Tutto quello che non può essere in nessun modo recuperato e viene conferito in discarica andrà nel sacchetto non riciclabili: es. le prostitute di strada che si distinguono per la loro collocazione su strade periferiche con indumenti succinti e non sono da confondere con le donne in minigonna al centro o in televisione o in festa privata, soprattutto se di VIP.
Attenzione: i rifiuti pericolosi [es. femministe e lesbiche], una volta inseriti nell’apposito sacchetto, non vanno gettati nei normali cassonetti ma negli appositi contenitori oppure consegnati presso le Isole Ecologiche [ad esempio quella che verrà attivata a Roma il 13 dicembre a p.zza Farnese dalle 14 in poi, per conoscere i dettagli andare su http://adeschiamoidiritti.noblogs.org/
Cominciate a giocare con le sagome - rigorosamente femminili, poichè tra i rifiuti organici le donne sono le meno riciclabili in assoluto - tagliate lungo le linee tratteggiate e inserite i rifiuti organici nel sacchetto AMA/trix di riferimento: vince chi ottiene la massima efficienza di decoro urbano.
Quanto più le famiglie sapranno individuare gli scarti umani quanto più saranno facilitati i servizi di igiene e decoro urbano svolti dall’AMA, come la Rimozione rifiuti abbandonati [es. cadavere di trans sul ciglio della strada] e la Bonifica di siti inquinati [es.: i campi nomadi, i bivacchi di nullafacenti].
Butta bene dalla A alla Z con AMA/trix
Con la tua collaborazione possiamo fare di più! Con la raccolta differenziata i tuoi rifiuti diventano risorse! tornano a nuova vita! Smaltire i materiali non riciclabili è sempre più costoso: è importante ridurne la quantità! Con l’aumento della raccolta differenziata diminuiscono i rifiuti da smaltire e aumentano i benefici ambientali, morali ed economici.
Diventa anche tu un riciclatore di morale pubblica.
Data di pubblicazione: 1412 08

SEX WORKER CONTRO CARFAGNA da:ilpaesedelledonne

Sex worker contro Carfagna
Pia Covre non ha dubbi: «Se il governo non farà delle politiche sociali le strade si riempiranno di prostitute». E questo nonostante gli sforzi della ministra Carfagna, firmataria di un disegno di legge che vieta la prostituzione nei luoghi pubblici («proprio lei!» allude (...)
Laura Eduati
«In questo modo le vittime della tratta saranno irraggiungibili dalla polizia e dalle organizzazioni che si occupano dei diritti dei sex workers. Insomma, questa legge viola i diritti umani» commenta Francesca Nicodemi dell’Asgi, tra le associazioni che hanno promosso la manifestazione nazionale di piazza Farnese (Roma) in questo sabato pomeriggio nuvoloso e poi piovoso.
«Adeschiamo i diritti» è lo slogan scelto per l’iniziativa che coinvolge il Comitato per i diritti civili delle prostitute di Pordenone, Arci, Movimento transessuale italiano (Mit) con la portavoce Porpora Marcasciano, Circolo Mario Mieli, Gruppo Abele e decine di associazioni laiche e cattoliche impegnate ogni giorno e notte nelle strade per offrire assistenza sanitaria e legale alle donne sfruttate dando loro la possibilità di sottrarsi alla criminalità organizzata attraverso un percorso di reinserimento sociale garantito da una legge invidiata a livello internazionale. Se la nuova normativa Carfagna dovesse entrare in vigore stravolgendo l’impianto della legge Merlin, clienti e prostitute verrebbero multati e incarcerati con poco o nessuno effetto sulla tratta delle schiave del sesso.
Dal palco allestito come un appartamento viene ricordata la sindacalista delle prostitute romane Maria Ornella Serpa, scomparsa nel maggio scorso a soli quarant’anni, mentre un volantino dell’associazione "Luna e le altre" chiarisce che l’unico obiettivo del disegno di legge «è mostrare strade sgombre e pulite» con l’effetto di criminalizzare i soggetti più deboli come le migranti e le prostitute. E difatti uno striscione prende di mira il perbenismo della destra "Berlusconi, Alemanno: è la vostra doppia morale che inquina le strade". Che non sia soltanto un problema delle settantamila sex worker lo evidenzia la scritta "Ci riguarda tutte". Che vuol dire: le politiche sulla sicurezza stanno diventando «l’abbaglio e il pretesto per escludere ed eliminare i più deboli».
Nonostante il maltempo, che costringe ad aprire gli ombrellini rossi simbolo della lotta per i diritti delle prostitute, la piazza conta qualche centinaio di persone. Certo, non molte, anche se spicca una marcata partecipazione maschile accanto alle lavoratrici del sesso, trans e omosessuali impegnate a distribuire la spilletta "Anche io sono una puttana" e l’adesivo "Difendi la tua lucciola di quartiere". Il collettivo Amatrix fa circolare una sorta di gioco-provocazione, carte da ritagliare che raffigurano i vari soggetti sociali perseguiti dal governo Berlusconi, dai migranti alle lucciole, invitando a gettarli via come si fa con i rifiuti. Qualcuno indossa una maglietta invidiatissima con la foto di Carfagna mentre posa per un calendario e la citazione di una frase dell’attuale ministra: "Che orrore vendere il proprio corpo".
Presa di mira naturalmente l’ordinanza del sindaco Gianni Alemanno che multa le donne vestite in maniera discinta, ovvero minigonne inguinali e cosce al vento. Decoro urbano e lotta all’adescamento, dice il primo cittadino. «Questo riguarda tutte le donne, ci hanno sempre divise tra puttane e donne perbene e invece noi diciamo che non c’è confine» argomenta una rappresentante delle Sexishock di Bologna. Pochissimi volti noti della politica, questa è una piazza del movimento.
L’europarlamentare Vittorio Agnoletto è l’unico nome di spicco per Rifondazione, e la sua presenza non è casuale visto che per 15 anni ha svolto attività di strada per la Lila: «Il Parlamento italiano dovrebbe aprire l’aula per un convegno nazionale delle sex workers. Purtroppo noi scontiamo un grosso pregiudizio sul fenomeno, a causa anche del cattolicesimo». Grillini avverte, in effetti, che consentire la prostituzione al chiuso significa legittimarla «e il Vaticano questo non lo vuole».
Dunque il pericolo è che si prenda la strada della Svezia, dove la prostituzione è vietata tout court con pesanti sanzioni per sex workers e clienti. Una strada che non piace al movimento italiano, che propone naturalmente la cancellazione del disegno di legge della ministra e delle ordinanze anti-lucciole sbocciate come fiori negli ultimi mesi, e stila una serie di proposte: l’attivazione di una mediazione sociale nei quartieri dove la presenza della prostituzione causa effettivi disagi ai residenti; proporre una alternativa reale a coloro che intendono abbandonare la prostituzione; garantire l’applicazione completa dell’art. 18 e cioè permesso di soggiorno e assistenza per le vittime della tratta; formare le forze dell’ordine e sensibilizzarle sul fenomeno prostituzione. Non solo: abolire il reato di adescamento e favoreggiamento, inserite nella legge Merlin che abolì le case chiuse nel 1958, comporterebbe un vantaggio per quei sex worker che scelgono volontariamente di fare questo mestiere in quanto potrebbero finalmente creare delle cooperative di sostegno, mandando a quel paese i protettori.
Molte delle associazioni promotrici della manifestazione erano state coinvolte nell’Osservatorio nazionale sulla prostituzione promosso dal ministro dell’Interno Giuliano Amato, durante il governo Prodi. Quella esperienza ha cementato la lotta delle lavoratrici del sesso, eppure non ha prodotto risultati tangibili sulla legislazione nazionale. «Carfagna dovrebbe smetterla di fare solo cose di facciata» conclude Paola Concia del Partito democratico.
Data di pubblicazione: 1412 08

BERLUSCONI SULL'ISOLA DI LOST