pubblicità da guardare

la web tv dell'informazione di liberamenteitaliapulita

pubblicità da guardare

COSTITUZIONE DELLA REPUBBLICA ITALIANA - - da:wikipedia

« L'Assemblea ha pensato e redatto la Costituzione come un patto di amicizia e fraternità di tutto il popolo italiano, cui essa la affida perché se ne faccia custode severo e disciplinato realizzatore. »
http://it.wikipedia.org/wiki/Costituzione_della_Repubblica_Italiana

da seguire....la web tv di CHIAIANO NO ALLA DISCARICA

GLI INCENERITORI, LE VERITA'

seguono questo blog

I martiri della striscia di Gaza la strage degli innocenti Giuriam Giustizia o Libertà o Morte

PASSAPAROLA - Marco Travaglio

PRO TIBET INFORMAZIONI

ULTIME NOTIZIE da www.ultimenotizie.tv

sabato 31 gennaio 2009

I martiri della striscia di Gaza la strage degli innocenti Giuriam Giustizia o Libertà o Morte

la violenza sulle donne non dipende dal passaporto,la fanno gli uomini da:ilpaesedelledonneonline

La violenza sulle donne non dipende dal passaporto, la fanno gli uomini.
29 Gennaio. Mentre il Consiglio Comunale si riuniva in seduta straordinaria per discutere di alcuni provvedimenti per “mettere in sicurezza” le donne dopo gli stupri degli ultimi giorni, indegnamente strumentalizzati dalla politica e dai media, i collettivi e le assemblee di donne (...)
Giulia Della Torre
29 Gennaio. Mentre il Consiglio Comunale si riuniva in seduta straordinaria per discutere di alcuni provvedimenti per “mettere in sicurezza” le donne dopo gli stupri degli ultimi giorni, indegnamente strumentalizzati dalla politica e dai media, i collettivi e le assemblee di donne presidiavano la scalinata del campidoglio per protestare contro le politiche securitarie del Comune di Roma, per ribadire che “la violenza contro le donne non dipende dal passaporto, la fanno gli uomini” e che circa l’80% delle violenze avviene tra le mura di casa. Tra le partecipanti c’erano: l’Assemblea delle donne di Roma per la sinistra, le femministe e lesbiche ai tavoli, Le Donne di sinistra del IV Municipio. Il prossimo appuntamento è per il 31 dicembre a Roma per la manifestare contro il pacchetto sicurezza.
Data di pubblicazione: 3101 09

sessismo... da:ilpaesedelledonneonline

Un appello contro la violenza quotidianamente riservata alle donneSessismo: la violenza che tutti evitano di nominare

RedazioneIn Italia, la recrudescenza degli stupri eccita i pubblici poteri a mettere in campo il riflesso condizionato dello stato emergenziale, da contrastare attraverso la militarizzazione del territorio anche finalizzata al respingimento dei migranti. Lo stato di emergenza e le misure di ordine pubblico usati come cortina fumogena destinata a nascondere il fatto che è la famiglia - luogo privilegiato della disparità fra donna e uomo - il contesto in cui prevalentemente si origina e si coltiva la (...)
data di pubblicazione 300109

Amnesty denuncia un’evidente e deplorevole assenza d’impegno a livello statale»Messico: a due anni dalla sua promulgazione, la legge sulla protezione delle donne non ha dato alcun risultato nei singoli stati
[Redazione]
In occasione del secondo anniversario della promulgazione della Legge generale sull’accesso delle donne a una vita libera dalla violenza, entrata in vigore il 1° febbraio 2007, Amnesty International ha denunciato che il provvedimento (...)
data di pubblicazione 310109

la bialetti e gli stupri da:ilpaesedelledonneonline

La Bialetti e gli stupri
Un giovane uomo appena sveglio, con alle spalle una donna bionda sul suo letto, sta per andare a farsi un cappuccino con la sua nuova Bialetti, ma, a un tratto, si ferma a pensare se invece non sarebbe meglio una bella cioccolata. Prontamente il letto girevole scaraventa via la bella ragazza (...)
Ileana Montini
Prontamente il letto girevole scaraventa via la bella ragazza e dal cielo piove una donna di colore, che sta a incarnare la cioccolata. Il ragazzo intanto ci ripensa e decide che anche un buon cappuccino non sarebbe poi male. Così, la splendida bionda ripiomba sul letto e le due donne si ritrovano insieme a stringersi la mano per soddisfare il desiderio del giovane. E’ questa la pubblicità della nuova caffettiera Bialetti.
Melania G. Mazzucco nel suo straordinario romanzo storico sul pittore veneziano Tintoretto ( La lunga attesa dell’angelo,ed.Rizzoli) , gli fa dire che il corpo delle meretrici è “Corpo da materasso, da sesso e da orgasmo –il corpo che solo gli uomini sanno vedere. Corpo svelato, corpo ostentato, corpo goduto.”. E d’altronde ancora si dice “donne di piacere”, intendendo il sovrano desiderio dei maschi adulti che richiede donne a disposizione per “lo sfogo”. Donne che si possono trovare per la strada a pagamento, ma in mancanza di denaro dappertutto; all’uscita della discoteca , alla fermata dell’autobus, in casa in occasione di un furto ecc..
I quattro giovani romeni hanno dichiarato quello che sanno che è legittimo dire al loro Paese come in Italia: “volevamo divertirci”. Chiara Saraceno intervistata da la Repubblica (29 gennaio,2009) ha detto di essere rimasta colpita dalle parole gridate dopo l’arresto dello stupro di Capodanno:”Consegnatelo al padre di lei, ci penserà lui”. Il corpo delle donne, ribadisce la sociologa, continua ad essere una proprietà maschile.
Già presente tra i giovanissimi come si evince dall’episodio della ragazzina filmata a insaputa del fidanzato mentre facevano l’amore per condividere tra amici le immagini. Ma cosa vedono e sentono i bambini e le bambini, gli adolescenti?
Per esempio, il persistere dell’usanza del padre che accompagna la figlia all’altare. E’ una sorta di condizionamento che ha la forza di uno spot pubblicitario: le donne appartengono al capo famiglia il marito e padre. E, in mancanza appartengono ai figli e ai fratelli. Non importa se il nostro diritto di famiglia ha cancellato la figura giuridica del capo famiglia e il reato delle attenuanti per il “delitto d’onore”.
Marc Lazar, sociologo e politolago francese specializzato sul Paese Italia, nel suo ultimo saggio “L’Italia sul filo del rasoio, la democrazia nel Paese di Berlusconi” (ed.Rizzoli), scrive che “Il cambiamento in Italia non corrisponde a un taglio netto con la tradizione, in cui quest’ultima sarebbe irreparabilmente gettata a mare. No, esso genera una ‘modernità tradizionale’: l’irruzione dell’innovazione e del nuovo è legata indissolubilmente alla persistenza della tradizione e del vecchio.”. Un “vecchio” che perpetua addirittura il modo di pensare di qualche secolo fa.
Il Cavaliere sarebbe l’araldo di una modernizzazione tradizionale che consiste nel rimodernare il Paese “pur rispettando le tradizioni”. Ecco perché a tanti piacciono (e lui lo sa) le sue battute, come quella dopo gli ultimi stupri che per le belle donne non ci sono abbastanza soldati.
E’ un’immagine forte proprio secondo la tradizione patriarcale perché le donne –le proprie – vanno difese contro gli altri, gli stranieri che violandole recano offesa ai padri, ai fidanzati, ai mariti, ai figli e ai fratelli. I giovani scalmanati che urlavano e chiedevano di avere tra le mani i quattro romeni arrestati in fondo manifestavano la rabbia per l’offesa ricevuta. Loro sono gli offesi, le donne secondariamente. E’ la logica della guerra, cioè i diritti dei soldati sempre agiti anche recentemente in ogni luogo del pianeta, contro le donne dei vinti. È la logica che giustifica gli italiani quando vanno a prostitute straniere schiavizzate.
A una cena di questi giorni il discorso scivola sui fatti di stupro e uno psicologo psicoterapeuta di una certa età, interviene per specificare che bisogna pur sempre distinguere tra palpeggiamenti e stupro vero e proprio: i palpeggiamenti non sono da considerare violenza. Un altro analista durante una seduta di psicoterapia di gruppo afferma che i maschi sono per natura portati alla poligamia. Una donna psicoanalista, accorgendosi che la targhetta sul portone di casa di una paziente porta il cognome suo e del marito, le fa notare che dovrebbe esserci soltanto quello di lui a indicare la famiglia; anche se non ci sono figli.
E’ questo il nostro habitat, il nostro mondo valorico.

il trattato con la libia da:antoniodipietro.it


Non v’è dubbio che il nostro Paese abbia necessità, oggi più che mai, in un quadro internazionale carico di problemi e tensioni, di portare avanti una politica di forti relazioni nell’area euro-mediterranea, con un ruolo deciso, chiaro e protagonista che per tradizione l’Italia ha sempre avuto, soprattutto nel sostenere il confronto tra le diverse culture dei paesi che si affacciano sul Mediterraneo. Quello che, invece, è accaduto questa settimana alla Camera, chiamata a ratificare, in tutta fretta, il “Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione tra la repubblica Italiana e la grande Giamahiria araba libica popolare socialista” non va in questa direzione, nel senso che quanto stipulato non appare nell’interesse di cittadini libici o italiani quanto piuttosto nell’interesse di lobbies trasversali che andranno poi a operare all’interno di quel paese per interessi personali (leggi: presumibilmente i soliti amici della cordata Alitalia). Va detto che - da tempo - si avvertiva il bisogno di stringere un‘intesa con la Libia dopo anni di tensioni, incomprensioni, rivendicazioni che hanno caratterizzato i rapporti tra queste due Paesi ‘confinanti’. Un fatto che finalmente mettesse la parola fine a tutte le dispute e recriminazioni afferenti un periodo di occupazione coloniale, quello tra il 1913 e il 1943, che non è stata certo una bella pagina della nostra storia. Ma quello di cui parliamo è un Trattato che non ci piace. Alcune clausole contenute in esso, infatti, sono inaccettabili, ledono il nostro interesse nazionale. L’Italia , ripeto, con troppa fretta ha rinunciato a propri diritti e legittime pretese.Ci aspettavamo che fosse scritto a chiare lettere che anche la Libia assumeva impegni chiari, incontrovertibili per frenare il flusso di disperati che , a un ritmo ormai insostenibile, partono da quelle coste per sbarcare sulle nostre (paradossalmente l’unico provvedimento concreto chiesto ai libici è la richiesta del rispetto dei protocolli di cooperazione e sul pattugliamento del mare firmati dal precedente governo Prodi); ci aspettavamo impegni concreti per il rispetto dei diritti umani in un Paese guidato in maniera non propriamente democratica.Invece, ci ritroviamo a impegnare l’erario a un esborso di 5 miliardi di dollari, nell’arco di 20 anni, per la costruzione di infrastrutture a risarcimento dei danni conseguenti a un periodo di sopraffazione come quello coloniale. Chi pagherà questo denaro se non noi contribuenti in termini di incremento della bolletta energetica da parte dell’Eni (e’ infatti prevista un’addizionale del 4% sugli utili di questa società che si scaricherà sul consumatore utente); ci troviamo a portare avanti una collaborazione nel settore della difesa con un forte partenariato industriale, cioè in qualche modo andiamo a concedere tecnologie e conoscenze militari, non si capisce bene a quale titolo; ci troviamo a dover controllare i confini delle zone desertiche della Libia attraverso i satelliti, come a dire che rischiamo di regalare informazioni militari per un uso politico nei confronti dei paesi confinanti; ci troviamo con l’impegno di non concedere l’uso delle basi militari presenti sul nostro territorio senza sapere come questa norma si possa collocar nel quadro delle nostre alleanze, in particolare quella della NATO.Insomma, il voto contrario di Italia dei valori su questo trattato è nato dalla convinzione che queste norme non tuteleranno affatto l’Italia dalla marea dei tanti disperati utilizzati cinicamente proprio per fare pressione verso i Paesi europei, Italia dei Valori ha, tuttavia, convintamente sostenuto le proposte emendative in favore dei connazionali espulsi quarant’anni fa dalla Libia in termini di risarcimento anche se, come Gruppo volevamo che questo risarcimento avvenisse con un prelievo dal doppio rimborso elettorale scandalosamente riconosciuto ai Partiti eletti nel 2006, anche per i tre anni successivi, a quelle forze non più presenti in Parlamento piuttosto che mettere le mani nelle tasche dei cittadini.Invece, il Governo ha preferito aumentare ulteriormente l’aliquota di tassazione dall’8,3 al 10,3 per mille dell’addizionale IRES.Ancora una volta, dunque, saranno gli italiani a pagare gli spot propagandistici e le furbate di Berlusconi.

Sicurezza di facciata da:antoniodipietro.it




Chi credeva che l’emergenza sicurezza fosse stata risolta con un colpo di bacchetta magica è stato riportato alla realtà dai tristi episodi degli ultimi giorni: le strade delle città italiane rappresentano ancora un pericolo per i cittadini e soprattutto per le donne.Non poteva essere altrimenti perché il governo al di là della propaganda ha fatto ben poco. Anzi ha tagliato risorse, mezzi e uomini alle forze dell’ordine. Così se con una mano ha mandato una manciata di militari in qualche città italiana a vigilare davanti ai tribunali o alle ambasciate, con l’altra ha ridotto drasticamente il numero di agenti che contrastano la criminalità sul territorio.Annunciare una fase due sull’onda dello sconcerto provocato dai due stupri di Roma e Guidonia è una presa in giro, perché non c’è mai stata una fase uno.Il governo rinunci alla politica degli annunci, che è alla base del fallimento attuale, e metta subito sul piatto più soldi, più mezzi e più uomini per le forze dell’ordine.In particolare il premier dovrebbe avere la decenza di avere rispetto per il dramma di una donna che subisce violenza. Sostenere che per evitare gli stupri servirebbe un militare per ogni bella donna che vive in Italia è un’agghiacciante dimostrazione di scarsa serietà e altrettanto scarsa responsabilità.

LIBERI DI... da:antoniodipietro.it



Ancora una volta si tenta di colpire il ruolo di opposizione intransigente di Italia dei Valori, auspicando e costruendo inesistenti spaccature interne e ribadendo accuse di eversione. L'Italia dei Valori è stata ed è considerata strumentalmente dalla maggioranza una formazione politica 'eversiva' ed esclusa - essa sola - anche con atti noti di corruzione politica e di eversione istituzionale, da ogni ruolo parlamentare previsto per ogni forza di opposizione. Italia dei Valori ritiene di avere il diritto di manifestare dissenso e di esprimere denuncia per tale antidemocratica discriminazione.

L'Italia dei Valori ritiene di avere il diritto di manifestare dissenso, di esprimere denuncia e di promuovere ai sensi dell'art. 75 della Costituzione referendum abrogativo di una legge inaccettabile come il cosiddetto lodo Alfano, ritiene di avere il diritto di manifestare dissenso e di esprimere denuncia per la sistematica mortificazione della libertà di informazione, e ritiene di avere il diritto di manifestare dissenso e di esprimere denuncia per la organizzata e sistematica mortificazione della indipendenza e dell'autonomia della Magistratura.
L'Italia dei valori fa del rispetto della legalità e della legalità costituzionale la propria bussola, il proprio codice fondativo, e ribadisce, pertanto, l'importanza fondamentale del ruolo del Capo dello Stato e conferma la fiducia nella Istituzione.

A chi allora, se non 'rispettosamente' (come per ben due volte ha ripetuto Antonio Di Pietro nel suo intervento in Piazza Farnese), al Capo dello Stato, manifestare preoccupazioni e denunce? Forse dovremmo rivolgerci al Presidente della Confederazione elvetica? L'Italia dei Valori ha il dovere, ha il diritto, ha ancor di più interesse ad esprimere fiducia e, di fronte a gravi lesioni della legalità costituzionale e a modificazioni in atto della stessa Costituzione materiale, rivolgersi al capo dello Stato, rimasto, insieme ai cittadini elettori, il nostro ultimo 'giudice a Berlino'.

l'informazione è morta da:antoniodipietro.it

30 Gennaio 2009
L'informazione e' morta. La Rete e' viva
Repubblica.it: "Una parte dell'Idv difende Napoletano"; La Stampa: "I colonnelli dell'Idv scaricano Di Pietro"; Il Giornale: "Di Pietro spacca l'Idv"; Corriere.it: "I dipietristi si spaccano su Napolitano". Travisazioni e falsità orchestrate per arginare un successo che le prime stime attestano intorno ai 200 mila utenti collegati allo streaming di Piazza Farnese. L’informazione è morta. La Rete è viva. Non c'e' nessuna spaccatura nell'Italia dei Valori, come riportato dai giornali che ci sognano, insieme ai nostri avversari politici, deboli, divisi, litigiosi, manettari, estremisti, populisti. Questa è solo disinformazione, della più becera. E’ “l’arma di distruzione di massa” nelle mani dei partiti ... continua

estradizione di battisti da:antoniodipietro.it

31 Gennaio 2009
Estradizione per Battisti

Cesare Battisti è un ex terrorista. E' stato condannato all'ergastolo per aver commesso quattro omicidi durante gli anni di piombo. Attualmente risiede in Brasile, dove ha ottenuto lo status di rifugiato politico.Pubblico il video ed il testo del mio intervento durante il sit-in tenutosi davanti all'ambasciata brasiliana lo scorso 24 gennaio."Quattro giorni fa abbiamo iniziato lo sciopero della fame per l'indignazione che questo Paese, e l'Italia dei Valori, sta provando e per dimostrare di essere arrabbiati contro una decisione del governo brasiliano di non estradare un assassino, che ha ucciso quattro persone e condannato una persona per trent'anni alla sedia a rotelle. Su questo noi chiediamo che una persona condannata all'ergastolo debba scontare la pena nelle nostre galere, perché è un terrorista, perché ha vissuto i momenti bui di questo Paese contribuendo a far vivere il terrorismo.Il Brasile dichiara che l'Italia è un Paese a rischio, che uccide addirittura i rifugiati politici. Il caso di Battisti non è quello di un rifugiato politico, ma di un assassino. Vogliamo l'estradizione di un assassino.L'Italia dei Valori, e tutte le forze politiche, sta lavorando sia a livello diplomatico, politico e giuridico, affinché questo terrorista rientri in Italia e sconti la pena di quattro omicidi ad oggi impuniti. Non possiamo vedere una persona che rischia di camminare libero in Brasile e dire che non torna in Italia perché non esiste la democrazie e la legalità nel nostro Paese. Questo è un Paese dove esiste la democrazia, la legalità, è un Paese che nella storia ha combattuto battaglie per portare avanti la parola democrazia. Vogliamo dimostrarlo ad un Paese che non ha capito cosa vuol dire la libertà. Il Brasile e Lula, con la risposta al Capo dello Stato, ha dimostrato di non capire che cosa vuol dire essere un Paese libero e democratico come l'Italia. Dimostreremo davanti all'ambasciata brasiliana, fino a quando non sarà estradato il terrorista Battisti, e cominicaremo a raccogliere le firme di tutte le persone che vorranno dichiarare la loro indignazione ad un Paese che ci era amico e che oggi si sta trasformando un Paese che accoglie terroristi e banditi. Il ministro Frattini deve tirare fuori il coraggio e ritirare il nostro ambasciatore in Brasile. Abbiamo presentato una mozione all'ambasciatore brasiliano, l'ha trasferita al governo, c'è stata una lettara d'indignazione da parte del Presidente della Repubblica Napolitano e la risposta è stata "a noi non interessa niente, il terrorista ce lo teniamo noi". E noi continueremo a combattere."Continua a leggere "Estradizione per Battisti" -->
-->

I GUARDA SPALLE DEI CERNEFICI da:antoniodipietro.it

Di Piazza Farnese è stato taciuto tutto, ad eccezione dell’inutile. E da oggi è calato il silenzio, la Rete ha zittito le menzogne.
Repubblica ha ricevuto migliaia di commenti di cittadini indignati, l’Unità e Corriere idem. Venti minuti dopo la fine di Piazza Farnese tutta la manifestazione era su You Tube, mentre le redazioni correvano affannate a costruire la loro notizia. Questo non era stato previsto dai direttori dei media.
Nessuno, se non la Rete, ha parlato dell’Associazione Nazionale Vittime di Mafia, nessuno ha riportato le parole di Salvatore Borsellino, di Beppe Lumia, di Sonia Alfano, di Beppe Grillo, nessuno ha riportato i nomi fatti in quella piazza, né dei "cattivi" quali Marcello Dell’Utri, Vittorio Mangano, Angelino Alfano, Cesare Previti, né dei "buoni", Luigi De Magistris, Luigi Apicella, Clementina Forleo. Nessuno ha parlato di mafia, di camorra,’ndrangheta e di finanziamenti europei.
Nessuno ha parlato della luna, solo del dito.
Si è parlato solo delle mie presunte offese a Napolitano, offese che non c’erano, mai esistite. Di critiche invece si, ne ho fatte, e le ribadisco. Così come ne hanno fatte l’85% degli italiani non ritenendolo un buon “custode della Costituzione” (guarda il sondaggio di MicroMega).
La luna ieri si chiamava Piazza Farnese, ma cambia nome ogni giorno.
Oggi sono le intercettazioni che i cittadini vogliono (guarda il sondaggio del Sole24Ore), ma che il Parlamento (senza Italia dei Valori ovviamente) si accinge ad eliminare nei fatti con una legge che cambierà la storia del Paese e lo consegnerà a spacciatori, assassini, bancarottieri, camorristi, corruttori, e politici deviati. Una legge dagli effetti devastanti e di gran lunga peggiori di quelli dell’indulto.
La luna oggi è anche il Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica) presieduto da Francesco Rutelli che ha convocato De Magistris per le intercettazioni dell'archivio Genchi predisposte dal pm. Un atto intimidatorio compiuto dall’alto di un’istituzione. Oltre ad essere, il presidente del Copasir, Francesco Rutelli, colui che vorrebbe denunciare De Magistris.
Quante lune e quanti disinformatori ci sono in Italia?
Se è vero che Il Giornale rappresenta la macchietta dell’informazione, da altre testate ci si aspetta la denuncia di simili porcate. Da Il Corriere della Sera, da Repubblica i cittadini si aspettano un’informazione imparziale, almeno vagamente imparziale.
Ho il dovere di ricordare a chi fa informazione che il palo del delinquente in una rapina, il "guardaspalle del carnefice" in una mattanza, ha le stesse responsabilità di chi compie il reato.

venerdì 23 gennaio 2009

Obama chiude le carceri segrete della Cia pubblicato da marco paganini – orientamento politico



Il termine esatto era rendition, che significava rapire un cittadino straniero in un qualsiasi paese del mondo, caricarlo a bordo di un aereo senza insegne, detenerlo illegalmente all’interno di basi militari della Nato ed infine consegnarlo a stati in cui la tortura viene praticata con disinvoltura affinché potessero essere carpite tutte le informazioni necessarie a combattere il terrorismo, quello degli altri.
Una pratica che ha coinvolto anche l’Italia, con il caso di Abu Omar e l’inchiesta che il nostro governo cerca in tutti i modi di ostacolare opponendo il segreto di Stato per impedire ai giudici di appurare la verità. Ieri, con buona pace di tutti quelli che sostenevano che la pratica delle rendition era una invenzione della sinistra, il nuovo presidente degli Stati Uniti ha firmato un ordine esecutivo che impone alla Cia di “chiudere il più rapidamente possibile ogni struttura di detenzione operativa e non potrà aprirne nel futuro”. Quindi la rete di detenzione basata su carceri segrete esisteva. E doveva essere smantellata.
Così come la prigione speciale di Guantanamo, altro obbrobrio del diritto internazionale inventato da W. Bush. Un altro esempio di lotta al terrorismo che potrebbe essere qualificata essa stessa come terrorismo e che, sempre per ordine di Obama, dovrà essere chiusa entro un anno, ponendo anche fine alle tecniche di “interrogatorio” contrarie alle convenzioni internazionali.
Barack Obama non potrà certo fare miracoli, però si sta allenando piuttosto bene…

Barack Obama è alla Casa Bianca: è l'era della responsabilitàda:rainews.it

Le sfide che l'America ha davanti sono "reali, sono gravi e sono molte", ha detto Barack Obama nel discorso dell'insediamento. "Non le supereremo facilmente o in un breve arco di tempo. Ma sappi questo, America, le supereremo", ha aggiunto Obama dopo il giuramento.
Obama ha detto che la sua elezione significa che l'America ha preferito "la speranza alla paura, l'unita' di obiettivi al conflitto e alla discordia".
"L'America e' in declino in modo inevitabile secondo alcuni. La sfida che dobbiamo affrontare e' seria, non sara' facile, ma ci vorra' del tempo. Non dobbiamo scoraggiarci noi americani. Ci siamo riuniti oggi perche' abbiamo scelto la speranza, proclamiamo la fine delle recriminazioni. Che la nostra nazione rimanga giovane. E arrivato il tempo per portare i migliori doni della nostra generazione. Tutti siamo liberi, uguali e dobbiamo perseverare per la nostra felicita' riaffermando la grandezza della nostra nazione. Dobbiamo guadagnarla non ci sono scorciatoie. Non e' un cammino facile, dobbiamo affrontare i rischi. I nostri padri hanno affrontato una strada in salita per i loro ideali, per farci vivere liberi come oggi. Hanno lottato e sono stati perseguitati per questo, per farci arrivare alla prosperita'. Questo e' il cammino che vogliamo continuare. Vogliamo diventare la nazione piu' prosperosa della terra. Il tempo delle cose facili e' passato".
La nostra economia chiede azione e noi agiremo La tecnologia ci deve aiutare a percorrere questa strade. Trasformeremo le nostre scuole, le nostre industrie per affrontare la nuova era. La memoria ha le gambe corte. Ci si è dimenticati quanto la volontà e la caparbietà possono fare unite. Le nostre famiglie possono trovare altri lavori per arrivare a fine mese. La risposta è sì, altrimenti il programma finirà. Il successo della nostra economia è sempre dipeso dalla capacità di estendersi alle persone di buona volontà.I nostri padri fondatori hanno portato avanti lo stato di diritto tra gli uomini, una carta redatta con il sangue di generazioni, non daremo via tutto questo per semplici ragioni di sicurezza. Tutti gli stati devono sapere che l'America è amica di tutti gli stati e che noi vogliamo continuare a vivere in pace e sicurezza (applausi a scena aperta).
Il potere da solo non può proteggerci, il potere cresce sulla base dell'umiltà e della forza interiore. Vogliamo affrontare queste sfide con la comprensione tra le nazioni. Vogliamo costruire la pace in Afghanistan e lasceremo l'Iraq agli iracheni. Rivolto ai terroristi: noi vi sconfiggeremo. Perchè noi sappiamo che la nostra eredità è fatta da tante lingue e da tante culture, abbiamo sperimentato la segregazione, la guerra civile e ne siamo usciti più forti. Al mondo mussulmano che cerca un nuovo passo avanti sul rispetto reciproco sappiano che ci si deve basare su ciò che si costruisce non su quello che si distrugge.
Joe Biden e' il nuovo vicepresidente degli Stati UnitiBiden ha giurato sul palco del Campidoglio di Washington, di fronte al giudice della Corte Suprema John Paul Stevens.
"Obama, Obama": dopo l'ingresso di Barack H. Obama e' arrivato l'urlo della folla del Mall che ha inneggiato al presidente eletto. Poi e' iniziata la cerimonia con il discorso della senatrice Dianne Feinstein, che e' presidente del comitato inaugurale.
La leggendaria cantante soul Aretha Franklin ha cantato "My Country 'Tis of Thee'" .
Il reverendo Rick Warren ha pronunciato l'invocazione di apertura che precede il giuramento Il reverendo ha affidato "il presidente Obama, sua moglie Michelle e le figlie Malia e Sasha alle cure del signore", in quello che e' un momento "di grande orgoglio" per la comunita' afroamericana.
Warren ha ricordato "la grandezza degli Stati Uniti" e il loro impegno a "garantire giustizia e uguaglianza per tutti". Il pastore evangelico, bianco, e' molto controverso per le sue posizioni notoriamente omofobe e la sua scelta per questa preghiera era stata fortemente criticata.
Barack Obama e' arrivato al Congresso, dove e' stato accolto dai leader di Camera e SenatoIntanto nel palco allestito sulla scalinata del Campidoglio dove si svolgera' il giuramento, continuano ad arrivare esponenti politici e celebrita' invitate ad assistere alla cerimonia. Tra i primi ad arrivare il senatore democratico Ted Kennedy, il governatore della California Arnold Schwrzenegger, ma anche stelle di Hollywood, tra le quali l'attore Dustin Hoffman ed il regista Steven Spielberg.
Il presidente eletto Barack Obama e'uscito, mano nella mano con la moglie Michelle, dalla chiesa di St. John's, dove il reverendo T.D. Jakes ha celebrato la messa. I due si sono subito diretti alla Casa Bianca, dove hanno preso un caffè di benvenuto con il presidente degli Stati Uniti George W. Bush e la first lady Laura. Michelle Obama aveva un pacchetto in mano per Laura Bush.
Il corteo di 13 vetture, tra auto della polizia e limousine, ha percorso lentamente il breve tratto di Pennsylvania Avenue che separa la chiesa su Lafayette Square e la Casa Bianca. Le vetture sono entrate nel giardino e il presidente Bush, accompagnato dalla first lady Laura in tailleur grigio perla, e' uscito ad accogliere personalmente il suo successore.
Presenti anche il vicepresidente eletto Joe Biden con la consorte Jill. Dopo un caffe' nel Salotto Azzurro della Casa Bianca, Bush e Obama si dirigeranno al Congresso.
Come hanno fatto i suoi predecessori prima di lui, il presidente degli Stati Uniti George W. Bush halasciato una nota nell'ufficio Ovale della Casa Bianca per il suo successore Barack Obama, che giurera' fra un paio d'ore in Campidoglio e si insediera' ufficialmente.
Sconosciuto il contenuto del messaggio, che dovrebbe pero' contenere "auguri e parole simili a quelle pronunciate fin dalla sera delle elezioni (lo scorso 4 novembre) sul meraviglioso capitolo che il presidente eletto Obama sta per cominciare", come ha spiegato il portavoce della Casa Bianca Dana Perino.

comuni casinò da:beppegrillo.it

Comuni Casinò
Il MeetUp di Jesi e i derivati sottoscritti dal ComuneI Comuni italiani hanno qualcosa in comune: 35 miliardi di euro di investimenti in fondi, obbligazioni, derivati e altre forme di carta diventata straccia. Il debito dei Comuni italiani fa impallidire la Parmalat e qualcuno dovrà pagarlo. I Comuni sono diventati in questi anni degli speculatori finanziari, hanno usato le tasse dei cittadini per giocare in Borsa. I risultati sono spaventosi.La crisi finanziaria ha trasformato gli investimenti in debiti. I Comuni hanno avuto dei benefici iniziali con anticipi ottenuti dalle banche in previsione di consistenti guadagni e si ritrovano con i soldi da restituire e il capitale iniziale annullato. Non mi risulta che i funzionari dei Comuni siano degli esperti finanziari e neppure che la cittadinanza gli abbia attribuito la facoltà di usare i suoi soldi per comprare azioni della Lehman Brothers o della Bank of Scotland. In pratica i nostri sindaci si sono improvvisati banchieri con i nostri soldi e hanno perso tutto.Nel 2008 sono falliti Taranto, Catania, Roma salvati dalle casse dello Stato. Sono le avanguardie. Le operazioni finanziarie hanno spesso nomi pittoreschi con un chiaro riferimento al Comune, a Venezia sono in corso gli investimenti "Canaletto" e "Rialto". Alcuni Comuni hanno deciso di citare in giudizio le banche. Milano ha avviato un'azione legale contro Deutsche Bank, JP Morgan Chase, UBS e Depfa di Hypo Real Estate. In pratica sono accusate di aver raggirato il Comune, un caso lampante di circonvezione di incapace.La causa della Moratti potrebbe aprire la via a una class action da parte di tutti i risparmiatori italiani che hanno perso la camicia nel 2008 e nel 2009 perderanno anche le mutande. Se il Comune è stato truffato, lo sono stati anche tutti gli investitori italiani. Resta il fatto che dalle casse dei Comuni mancano 35 miliardi. Chi vigila sui Comuni Casinò?Le operazioni finanziarie sono di solito avviate da sindaci che non dovranno risponderne, nel senso che la scadenza dell'investimento e quindi della potenziale ( di solito certa) perdita ricadono sull'amministrazione successiva. I debiti finanziari della Moratti sono, ad esempio, figli della gestione Albertini. Sino ad oggi vi è stato un precario equilibrio con investimenti sempre più rischiosi che coprivano perdite precedenti. Ora il tappo è saltato con la crisi economica mondiale.Rimane la domanda: "Chi vigila sui Comuni Casinò?". I sindaci non possono esporre le loro città al fallimento giocando alla roulette con i soldi dei contribuenti. La strategia dei Comuni è di fare causa alle Banche, la strategia dei cittadini dovrebbe essere quella di fare causa ai sindaci. Belin, il debito dei Comuni è più grande di quello della Parmalat e nessuno dice niente, nessuno si preoccupa.Loro non molleranno mai (ma gli conviene?). Noi neppure.
Leggi articolo del Daily Telegraph: "Italian bond scandal could ensnare banks"
Ps. La manifestazione del 28 gennaio a Roma a sostegno di Luigi Apicella, inizialmente annunciata in piazza della Repubblica, è stata spostata in piazza Farnese.

le armi usate da Israele da:ilpaesedelledonneonline

I medici palestinesi hanno compreso di cosa si trattasse solo diversi giorni dopo
Amnesty International: Israele deve rivelare quali armi e munizioni ha usato a Gaza
Amnesty International ha chiesto alle autorita’ israeliane di rivelare quali armi e munizioni siano state usate durante le tre settimane della campagna militare iniziata il 27 dicembre. ‘Sappiamo che munizioni al fosforo bianco sono state usate in aree civili, (...)
Amesty international
‘Sappiamo che munizioni al fosforo bianco sono state usate in aree civili, sebbene in precedenza le autorita’ israeliane lo avessero negato’ – ha dichiarato Donatella Rovera, che sta guidando la missione d’indagine di Amnesty International a Gaza (disponibile in spagnolo). ‘Ora abbiamo prove inconfutabili dell’uso del fosforo bianco, ma i medici che hanno curato i primi feriti non sapevano di cosa si trattasse’.
Altre vittime del conflitto hanno ferite che i medici non riescono a curare in modo efficace perche’ non e’ chiara la natura delle munizioni che le hanno provocate.
‘I medici ci hanno riferito di tipi di ferite nuove e inspiegabili. Alcune vittime degli attacchi aerei israeliani sono arrivate in ospedale con arti carbonizzati e profondamente recisi. I medici che le stanno curando hanno bisogno di sapere quali armi siano state usate’:
Il dottor Subhi Skeik, primario della divisione chirurgica dell’ospedale al-Shida, ha dichiarato ai delegati di Amnesty International: ‘Abbiamo molti pazienti con amputazioni e ricostruzioni vascolari. In casi del genere, normalmente, dopo l’operazione inizia la ripresa. Invece, a distanza di una o due ore, molti di loro sono morti. E’ drammatico’.
‘E’ urgente e vitale che le autorita’ israeliane rivelino tutte le informazioni utili, comprese quelle relative alle armi e alle munizioni usate’ – ‘Non si possono perdere altre vite umane perche’ i medici non conoscono quale sia l’origine delle ferite e quali complicazioni possano sopraggiungere. Devono essere pienamente informati affinche’ possano operare in modo efficace per salvare la vita dei loro pazienti’ – ha aggiunto Rovera.
Il fatto che in precedenza Israele avesse negato l’uso del fosforo bianco ha fatto si’ che i medici non siano stati in grado di prestare le cure mediche adeguate. Le particelle di fosforo bianco all’interno dell’organismo possono continuare a bruciare, causando intenso dolore via via che le ustioni si allargano ed entrano in profondita’, fino anche a provocare danni irreparabili agli organi interni. Il fosforo bianco puo’ contaminare altre parti dell’organismo e anche coloro che stanno trattando le ferite.
‘Abbiamo riscontrato bruciature diverse, mai viste finora’ – ha riferito alla missione di Amnesty International uno specialista in ustioni dell’ospedale al-Shifa di Gaza. ‘Dopo alcune ore le bruciature diventano piu’ ampie e profonde, si sprigiona un odore rivoltante e poi iniziano a fumare’.
Le condizioni delle persone che sono state colpite dal fosforo bianco possono deteriorarsi rapidamente, fino alla morte, persino nei casi in cui le bruciature interessino solo il 10 o il 15 per cento del corpo. I medici palestinesi hanno compreso di cosa si trattasse solo diversi giorni dopo il ricovero dei feriti, con l’arrivo nella Striscia di Gaza di colleghi stranieri.
Alle 8 di sera del 10 gennaio Samia Salman Al-Manay’a, una ragazza di sedici anni, si trovava in casa, nel campo profughi di Jabalia, quando il primo piano e’ stato colpito da un proiettile al fosforo bianco, che l’ha raggiunta al volto e alle gambe. Dieci giorni dopo, nel suo letto d’ospedale, ha raccontato ai delegati di Amnesty International: ‘Il dolore e’ terribile, e’ come se un fuoco mi bruciasse dentro. Non ce la faccio a sopportarlo. Nonostante le medicine che mi danno, il dolore e’ ancora troppo forte’.
Senza sapere di cosa si trattasse, i palestinesi le cui case erano state colpite da proiettili al fosforo bianco, gettavano acqua sulle fiamme col risultato di alimentarle ulteriormente. Quando i medici, a loro volta ignari, trattavano i feriti con soluzioni saline, questi iniziavano a urlare; ogni volta che cambiavano le garze, vedevano salire il fumo dalle ferite; quando effettuavano analisi su dei campioni, questi al contatto con l’aria cominciavano a bruciare.
‘Le autorita’ israeliane hanno detto ripetutamente che la loro operazione militare era contro Hamas, non contro la popolazione di Gaza. Non puo’ esserci piu’ alcuna scusa per continuare a nascondere informazioni vitali per curare efficacemente le persone ferite negli attacchi israeliani. La mancanza di cooperazione da parte di Israele sta determinando morti e sofferenze del tutto inutili’ – ha concluso Rovera. ‘Le autorita’ israeliane devono rispettare il proprio obbligo di garantire cure tempestive e adeguate ai feriti, fornendo informazioni complete sulle armi e sulle munizioni usate a Gaza e ogni altro elemento che possa aiutare i medici’.
Data di pubblicazione: 2301 09

le posizioni del vticano... da:ilpaesedelledonneonline

Le posizioni del Vaticano non rappresentano il comune sentire neppure delle persone di fede
Da cattolica dico: Non deve mai essere possibile che tutti diventino cattolici per legge
Non mi piace definirmi "cattolica" quando si discute di questioni che riguardano la pluralità del sentire; ma ritengo di doverlo fare quando chi ha autorità religiosa non solo si fa dogmatico verso l’interno della propria comunità, ma impone il valore giuridico (...)
Giancarla Codrignani
Non capisco l’ostinazione della Chiesa cattolica a farsi del male: nonostante le sue stesse agenzie di informazione enuncino il sempre più forte distacco dei cattolici dalla pratica religiosa, non tenta neppure la carità della distinzione fra erranti ed errori e, soprattutto, non argomenta con richiami ai testi evangelici per diventare convincente. Si appoggia agli atei devoti e ad un governo che strumentalmente la finanzia per riceverne (e, malauguratamente, la riceve) la benedizione.
Negli ultimi tempi il Vaticano si è opposto in sede Nazioni Unite alla legittimazione dell’omosessualità e della libertà relazionale degli handicappati sulla base di principi che sono inaccettabili come prassi di una chiesa davvero umana e cristiana, ma che risultano ancor più incompatibili con il rispetto dei diritti mani per uno stato, come è il Vaticano quando si rappresenta all’Onu. Si tratta di questioni che non rappresentano il comune sentire neppure delle persone di fede.
E che, comunque, invitano a comprendere che, se si accetta la laicità e non si intende violare la separazione stato/ chiesa del Concordato, bisogna cercare di affrontare problemi che diventeranno sempre più impegnativi per la morale comune senza impugnare la spada del dogmatismo.
Rispetto al caso Englaro credo che, quando la presidente Bresso dice che "l’Italia non è il paese degli ayatollah", intenda usare una metafora per dire che l’Italia non è il Vaticano. Il ministro Sacconi lo sa bene e, secondo la solita prassi di adeguamento a logiche estranee ai fondamenti giuridici del nostro stato, ha mandato una circolare il cui imperio è zero rispetto alla sentenza della Cassazione e, soprattutto, all’art.32 della Costituzione ("...Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana").
Credo che non solo il card. Poletto o il Papa, ma chiunque di noi avrebbe difficoltà se fosse tenuto personalmente a staccare la spina, ma deve essere data facoltà a chi, come un padre che ha resistito per quasi vent’anni al dolore di vegliare una figlia morta che non muore, di ottenere la fine dell’accanimento terapeutico. Chi conosce gli ospedali sa che da sempre, soprattutto con i più poveri, ma in generale da parte dei medici più pietosi, la vita viene difesa "finché c’è speranza"; e solo le odierne tecniche sofisticate consentono di sperimentare la conservazione della vita biologica.
Come donne abbiamo già sperimentato - e continuiamo a subire - la persecuzione clericale della priorità da dare, in nome della vita, all’embrione. Nessuno come la donna sa che una cellula fecondata non è uguale ad un ovulo e uno spermatozoo separati; ma la donna sa anche di non avere ancora la libertà sessuale per decidere di essere madre e, se cattolica, non può ricorrere alla contraccezione neppure nei paesi a rischio aids. Le donne hanno dovuto accettare l’esistenza dei medici obiettori negli ospedali pubblici - ricordiamo che l’obiezione al servizio militare era nei confronti di un "dovere costituzionale", mentre la struttura ospedaliera pubblica è al servizio del cittadino secondo le leggi dello stato -; anche per il futuro testamento biologico potrà avvenire la stessa cosa.
Ma, mentre i cattolici osservanti potranno agire secondo coscienza senza problemi, non deve mai essere possibile - lo dico da cattolica - che tutti diventino cattolici per legge. Tanto più che, per noi cattolici, c’è liceità di morire di guerra.
Data di pubblicazione: 2301 09

nessuna ripresa econimica senza giustizia da:antoniodipietro.it

Nessuna ripresa economica senza giustizia

Pubblico un'intervista rilasciata oggi a Sky24 sul tema delle intercettazioni e della giustizia più in generale. Non ci sarà nessuna ripresa economica con una giustizia senza strumenti per operare e al servizio di Silvio Berlusconi. Senza una giustizia indipendente il Paese è destinato alla bancarotta, vedremo ripartire l'economia mondiale e il nostro Paese rimanere al palo.
Intervista
Giornalista: Presidente, giustizia ed intercettazioni restano in cima all'agenda di governo. Ieri Berlusconi ha anche annunciato qualche novità, e ci saranno più reati intercettabili. Le basta per farle piacere questa riforma?Antonio Di Pietro: La riforma nel suo complesso è l'ennesimo tentativo di Berlusconi di mettere il bavaglio ai magistrati che fanno il loro dovere. Tante sono le cose che non funzionano, soprattutto quello di limitare l'uso delle intercettazioni come strumento dell'indagine. Semmai, va limitato l'uso delle pubblicazioni arbitrarie di intercettazioni che non hanno alcuna funzione con le indagini. Se il bisturi viene usato da un medico per ammazzare la moglie, non vieti a tutti i medici in sala operatoria di usare i bisturi, ma metti da parte quel medico che non ha fatto il suo dovere. Ancor di più sulla questione giustizia: attenzione, perché a tutti viene data l'informazione che il pacchetto giustizia contiene solo le intercettazioni. In realtà contiene tanti altri interventi che di fatto mettono in condizione al pubblico ministero di non poter più fare il suo dovere. Ne cito un esempio: quando ho tatto Mani Pulite ho trovato un carabiniere che mi ha portato un arresto in flagranza di Mario Chiesa con 7 milioni di vecchie lire. Secondo la proposta che fanno oggi, le indagini e le notizie dei reati vengono gestite dalle forze di polizia, il pubblico ministero fa il notaio e registra quello che loro fanno. Che cosa succede? Che il pubblico ministero deve soltanto cristallizzare la notizia: avrei fatto Mani Pulite arrestando una sola persona, processando una sola persona e con un patteggiamento si chiudeva in quindici giorni. Cosa voglio dire con questo? Si sta, ancora una volta, cercando di mettere in mano all'esecutivo la scelta su quali reati perseguire e quali non perseguire, perché gli organi di polizia dipendono dall'esecutivo, non dalla magistratura. Noi invece vogliamo che rispondano direttamente alla magistratura. Faremo una grande battaglia dentro il Parlamento, con un forte ostruzionismo, e fuori dal Parlamento a cominciare dal prossimo 28 gennaio, in cui da Piazza Navona andremo a Piazza della Repubblica, per un'altra manifestazione per comunicare agli italiani questo ennesimo imbroglio."

lunedì 12 gennaio 2009

CORNUTI E MAZZIATI da:antoniodipietro.it

Alitalia: cornuti e mazziati

La vicenda Alitalia si avvicina a conclusione. La conclusione è una e una sola: cornuti e mazziati, gli italiani, i lavoratori di Alitalia, i lavoratori degli aeroporti di Milano e di Roma, e tutte le persone che ci rimettono un sacco di soldi e di servizi. Ma non ci rimettono tutti: quindici persone, amiche del nostro presidente del Consiglio, ci guadagnano tantissimo.
Si ripropone il problema di sempre. Alitalia è fallita, eppure su tutte le televisioni vi dicono che è stata salvata. No, è fallita: i debiti di Alitalia, tre-quattro miliardi di euro, sono stati messi a carico del contribuente italiano; i beni e i crediti di Alitalia sono stati ceduti a quattro soldi ai soliti furbetti del quartierino, ben conosciuti all'ufficio anche per problemi giudiziari, persone che in un Paese normale non dovrebbero neanche più fare attività imprenditoriale, e invece vengono nominati Cavalieri nel merito.
Ora che il dramma si è concluso, abbiamo oltre 10 mila persone, che lavoravano in Alitalia, che stanno a terra, e non è colpa loro se Alitalia è fallita. E' fallita perché c'erano degli amministratori che hanno sbagliato la politica di governo di Alitalia, e c'erano i politici che hanno sbagliato a farsi la politica degli affari loro. Ve lo ricordate? Alcuni ministri in carica, che si son fatti fare una linea apposta per loro, magari Roma-Albenga, soltanto perché abitavano da quelle parti. E' chiaro che poi si va in debito. Vi ricordate? Alcuni amministratori vengono buttati fuori, perché incapaci e incompetenti, con ben otto milioni di euro di buona uscita.
Ora che la frittata è fatta, che cosa si può fare? Bisogna innanzitutto modificare la legge che è stata fatta apposta per prevedere l'irresponsabilità di chi ne sta approfittando, cioè: per tutto quello che accade in questo periodo non si è responsabili ne penalmente, ne civilmente ne amministrativamente. Quella norma bisogna toglierla, cosi almeno ognuno può rispondere davanti alla legge.In secondo luogo, piaccia o non piaccia, bisogna mettere in condizione Cai di mettere in gara l'individuazione del partner per vedere chi offre più e meglio, non per i suoi interessi, ma per gli interessi degli italiani.In terzo luogo bisogna che colui che ha una concessione la paghi davvero. Questo è un altro problema italiano: si prendono una concessione italiana a quattro soldi, come quelle delle slot e dei servizi a terra, e poi si specula molto sopra.
Credo che in questo momento dobbiamo stare vicini ai lavoratori, che devono avere garantiti i loro posto di lavoro, cosi come ce l'avevano prima, e che non debba passare sulle loro teste quelle che sono le speculazioni di un gruppo di cosiddetti “finanziatori”. Credo che dobbiamo mettere al primo posto il diritto di ogni italiano al trasporto, anche al trasporto aereo, e in questo senso dobbiamo sapere bene e da subito se Cai terrà in piedi soltanto quelle rotte e quelle linee dove ci stra-guadagna o anche gli altri servizi che comunque servono per far funzionare i servizi di trasporto. Un trasporto che deve garantire tutti i cittadini, e non soltanto una certa fascia, una certa area, e chi può permettersi di pagare certi importi.
Noi dell'Italia dei Valori siamo stati e continueremo a stare vicino ai lavoratori di Alitalia, ai lavoratori a terra sia di Fiumicino e di Malpensa, perché in questa guerra tra poveri preferiamo stare dalla parte dei poveri piuttosto che vederli in guerra tra di loro.

giovedì 8 gennaio 2009

L'amarezza degli ulivisti da:antoniodipietro.it

Riporto una notizia d'agenzia che esprime il pensiero di Arturo Parisi sull'iniziativa di referendum dell'Italia dei Valori contro il Lodo Alfano. Come molti di voi sapranno, ieri una delegazione dell'Italia dei Valori ha depositato in Cassazione (guarda il video: Referendum, un dovere civile) le firme per il referendum. Firme raccolte in tutta Italia. Firme per la libertà. Firme per la democrazia. Firme per rendere "tutti uguali di fronte alla legge".
Il pensiero di Parisi ci lusinga e ne condividiamo gran parte delle parole che sono espressione degli italiani che appartengono al popolo della democrazia.

Testo agenzia:

"Dobbiamo rinnovare purtroppo la nostra amarezza per la decisione dei dirigenti del Pd di non prendere parte all’iniziativa" per promuovere un referendum contro il Lodo Alfano. Lo scrive Arturo Parisi in un articolo che sara' pubblicato domani sul Riformista. Parisi sottolinea che oggi Di Pietro ha consegnato in Cassazione "le firme di più di un milione di cittadini che chiedono l'indizione di un referendum per l'abrogazione del Lodo Alfano. Questo risultato - aggiunge - premia certamente l'impegno politico e la capacità organizzativa dell'Italia dei Valori che di questo referendum e' stato da subito il primo promotore. Di questa iniziativa gli ulivisti che all'interno del Pd si battono da "Democratici per la Democrazia" hanno condiviso da subito lo spirito e l'idea. Ad essa hanno partecipato con convinzione incoraggiando i democratici a prender parte ai comitati che si sono costituiti nei diversi territori, promuovendo essi stessi la raccolta delle firme, e ancor più sottoscrivendo la richiesta senza alcun riguardo alla connotazione partitica degli organizzatori".
"I cittadini hanno risposto - continua l'ex ministro - e tra essi in prima fila gli elettori democratici. Il risultato di oggi e' perciò per noi già di per sé una vittoria della democrazia".
"Mentre condividiamo con Idv e con le altre forze che a questo fine si sono spese la soddisfazione per questo risultato - prosegue Parisi - dobbiamo rinnovare purtroppo la nostra amarezza per la decisione dei dirigenti del Pd di non prendere parte alla iniziativa. Non si può riconoscere nella uguaglianza dei cittadini di fronte alla legge un principio inderogabile della nostra Costituzione e rifiutare una iniziativa con l'argomento della possibile sconfitta.
Rifiutare di battersi e' già di per sé una sconfitta. Rifiutare di continuare la lotta su una questione che in Parlamento abbiamo denunciato con parole quanto mai severe, equivale a trasformare una sconfitta provvisoria in una sconfitta definitiva".
"Come dicemmo fin dall'inizio - aggiunge Parisi - anche a proposito della discutibile e discussa iniziativa di Piazza Navona, non si può alimentare l'indignazione per le forzature e la torsione antidemocratica impressa da Berlusconi al nostro sistema politico e poi non dar seguito a questo con una azione adeguata all'interno delle istituzioni. Non si possono spingere i nostri elettori nelle piazze e avanti ai banchetti e lasciarli poi da soli o in mani altrui. Se una domanda non trova risposta nelle istituzioni, prima o poi la cerca fuori di esse. L'istituto referendario e' stato pensato dai nostri costituenti appunto per questo. Per questo il risultato di oggi - conclude - e' una vittoria della democrazia".

Forti con i deboli, deboli con i forti da:antoniodipietro.it

Forti con i deboli, deboli con i forti

Riporto il video ed il resoconto stenografico della dichiarazione di voto dell'Italia dei Valori, presentata dall'On. Antonio Borghesi, sull’ennesima fiducia, che ci guardiamo bene dal dare a questo Governo. Un Governo che dimostra ancora una volta di essere "forte con i deboli e debole con i forti".
"Signor Presidente, signor Presidente del Consiglio (che non c'è, che ieri ci ha onorato di una breve visita, ma che non è mai intervenuto in quest'aula dopo il suo insediamento, dimostrando la sua poca o nulla considerazione delle nostre istituzioni democratiche), rappresentanti del Governo, colleghe e colleghi, il gruppo dell'Italia dei Valori voterà contro questo provvedimento sull'università, poiché l'unico aspetto positivo che esso contiene (una molto parziale redistribuzione di risorse a favore delle università virtuose) è troppo poco rispetto ai problemi che lascia largamente irrisolti e che potevano, invece, essere affrontati anche con i nostri suggerimenti.C'è qualcuno che pensa davvero che il nuovo metodo del sorteggio impedisca ai gruppi di potere accademico di concordare prima i dodici colleghi da eleggere in modo che poi non faccia differenza chiunque tra essi sia sorteggiato? Si tratta dello stesso sistema che già esisteva una ventina di anni fa e che fu poi abbandonato proprio perché non dava alcuna garanzia. Mi viene facile richiamare qui ciò che Tommasi di Lampedusa nel Gattopardo mette in bocca a Tancredi: «Se vogliamo che tutto rimanga com'è, occorre che tutto cambi». Ma così non cambierà proprio nulla e tutto continuerà come prima. Dunque, in determinati casi, furbi e raccomandati continueranno ad averla vinta al di là del merito. La verità è, signor Presidente, che questo Governo e questa maggioranza hanno sin qui governato il Paese - come dimostrerò nel prosieguo - in ossequio a due principi generali: togliere ai poveri e dare ai ricchi e fare favori ai forti accanendosi contro i deboli, come dimostra il grave arretramento della classe media italiana per reddito, che ci porta a livello dei Paesi meno civili e democratici.La maggior parte dei provvedimenti che il Parlamento ha dovuto subire rispondono sempre a queste regole, anche se si è cercato di accreditare l'idea di un Ministro Tremonti Robin Hood, mentre in realtà si è dimostrato un vero e proprio sceriffo di Nottingham. Avete messo le mani nelle tasche degli italiani. Vi erano solo pochi spiccioli, eppure non avete esitato a togliere anche quelli. Qualche esempio: l'abolizione dell'ICI sulla prima casa. L'estensione a tutti del giusto intervento del Governo Prodi limitato alle classi più deboli ha permesso a chi abita a Roma in piazza di Spagna o in piazza Navona o a Milano in via della Spiga o in via Montenapoleone di non pagare l'ICI, costringendo poi i comuni, che hanno avuto rimborsi solo parziali, a far pagare di più i servizi ai cittadini comuni o persino a sopprimerli.Inoltre, con la vicenda Alitalia avete impedito che venisse ceduta ad Air France e dieci mesi dopo gliela rimettete in mano a condizioni talmente meno onerose che i contribuenti pagheranno un conto di circa 4 miliardi di euro, a vantaggio di una ventina di imprenditori speculatori alcuni dei quali con gravi condanne penali per corruzione e che mai avevano gestito linee aeree nella loro vita.Avete tolto ai poveri e dato ai ricchi anche quando avete dichiarato che avreste colpito banche, petrolieri e assicuratori e quelle tasse alla fine graveranno proprio sulle tasche della gente comune. Il Ministro Tremonti ha parlato di 4 miliardi che saranno sottratti ai cittadini (almeno ai non evasori) e ai quali tornerà soltanto il 10 per cento sotto forma di quella carta di povertà che marchia in modo indelebile la povertà, togliendo ai poveri perfino la dignità di esserlo.Quando poi le banche vanno in crisi, il Governo è pronto a foraggiarle senza contropartite. Anche qui, avete tolto ai poveri per dare ai ricchi e per fare un favore ai forti, senza alcun tentativo di utilizzare la situazione per moralizzare un settore dove dirigenti e consiglieri di amministrazione (taluni dei quali come il presidente di Mediobanca Geronzi, privi di requisiti di onorabilità per essere stati condannati per reati finanziari) hanno senza ritegno incassato bonus di milioni - dico milioni - di euro a testa e non accettano, neppure ora, limitazioni di fronte al disastro di cui sono in qualche modo corresponsabili. Non c'è traccia di sostegno per i piccoli investitori che in taluni casi le banche hanno consapevolmente raggirato. Anzi, il Governo, forte con i deboli e debole con i forti, ha rinviato l'applicazione della class action. Lo scandaloso rinvio della class action risulta ancora più grave alla luce della condanna a dieci anni di Tanzi e di una altra ventina di persone che pone un primo punto fermo su un furto da 14 miliardi di euro a danno di 40 mila piccoli risparmiatori che hanno perso tutto. I truffatori ora sono chiamati a pagare il loro conto con la giustizia, ma non quello con i risparmiatori truffati.Di fronte ad una vicenda così grave, la maggioranza che governa il nostro Paese risponde con il rinvio della class action (unica speranza per i risparmiatori) e vi aggiunge il tentativo mai sopito di salvare Tanzi così come i boiardi delle aziende pubbliche (Alitalia e Cirio in testa) anche se per il momento il tentativo non è andato del tutto in porto.Al Governo che continua a sostenere di voler fare in modo che le banche intervengano a favore di piccole e medie imprese rispondiamo che sarebbe sufficiente che venissero accolti gli emendamenti dell'Italia dei Valori. Ma anche qui siete forti con i deboli e deboli con i forti. Che Berlusconi incontri a cena i re del lusso è del tutto legittimo, se solo facesse altrettanto con i piccoli e medi imprenditori e con gli artigiani, ovvero con quella fetta che rappresenta l'80 per cento della nostra struttura industriale e che non può permettersi di socializzare le perdite e tenere privatizzati i profitti. I questo momento di grave crisi, quando sarebbe indispensabile pensare alle piccole e medie imprese, Berlusconi pensa invece di dare una mano alla FIAT.Anche con il decreto-legge «anticrisi» date ben poco ai poveri e fate molti favori ai ricchi. Siete forti con i deboli e deboli con i forti. Con la crisi in atto sarebbe necessario creare una robusta rete di protezione per le fasce deboli, ricorrendo a veri ammortizzatori sociali anche per quei precari (si dice trecentomila) che dall'inizio dell'anno hanno perso definitivamente il loro lavoro dopo anni di proroghe.Noi chiediamo al Governo che vengano messi a disposizione 20 miliardi di euro e vi diciamo anche dove prenderli. Con questi 20 miliardi di euro si potrebbe aumentare di 1.000 euro il reddito dei lavoratori e dei pensionati con meno di 15 mila euro all'anno. Questo Governo, invece, continua ad essere debole con i forti e forte con i deboli. Dopo avere introdotto norme di responsabilità dei dirigenti pubblici le ha cassate, annullando ogni indennizzo previsto a vantaggio dei cittadini penalizzati dal malfunzionamento dei servizi pubblici.Che Paese può essere quello in cui i dipendenti pubblici vengono massacrati se non fanno bene il loro lavoro, mentre i dirigenti continuano indisturbati a sbagliare senza che nessuno possa chiedere loro conto? Decisamente un Paese che a noi dell'Italia dei Valori non piace, ovvero il Paese dei due pesi e delle due misure che va a genio al Governo, ben distante dalla logica della correttezza che contraddistingue il nostro modo di fare politica.È scandaloso che il Governo si metta a fare cassa, portando via i soldi ai portatori di handicap; eppure, è ciò che ha fatto il Ministro Brunetta, definendo in quest'Aula famigerata la legge n. 104 del 1992. Ancora una volta si ha un Governo che spara nel mucchio, ma sempre contro i deboli: togliete ai poveri e date ai ricchi. Siete forti con i deboli e deboli con i forti.Nel decreto-legge «anticrisi» ledete la tutela del risparmiatori per favorire i fondi di investimento speculativi con una norma con effetto retroattivo che rende non più obbligatori i rimborsi da parte delle società dei fondi di investimento agli investitori. Nel decreto-legge «anticrisi» prevedete un condono che di fatto va ad incentivare l'evasione fiscale: l'evasore, in sostanza, se soltanto aderirà agli accertamenti richiesti potrà usufruire del dimezzamento delle sanzioni applicabili. Come se questo non bastasse, prevedete anche un pagamento rateale (non vi è bastato già quello del 2003) che probabilmente produrrà le medesime conseguenze, per le quali vi sono cinque miliardi di euro dovuti da contribuenti evasori e ancora non pagati.Noi continueremo a combattere contro una politica che sta dalla parte dei furbetti e continua a mettere le mani nelle tasche dei cittadini. Anche nella legge finanziaria è falso che non si potesse toccare nulla. L'Italia dei Valori ha presentato più di una proposta emendativa finalizzata alla riduzione dei costi della politica: da quella sull'abolizione della cosiddetta «legge mancia», a quella sulla riduzione dei rimborsi elettorali ai partiti, il cui raddoppio per i prossimi tre anni grida vendetta al cielo.Sarebbero state tagliate spese per 400 milioni di euro all'anno. A tutte queste proposte la maggioranza ha detto «no».Anche in altro modo avete tolto ai poveri per dare ai ricchi: la sottrazione al mercato dei servizi pubblici locali, che permetterà persino la sopravvivenza delle vecchie aziende municipalizzate, creerà gravi danni ai cittadini, che continueranno a pagare i servizi oltre il necessario. Avete detto «no», sinora, alle proposte che miravano a vincolare, a favore delle banche, la disponibilità da parte di esse ad un incremento di credito per le piccole e medie imprese.Avete detto «no» ad una serie di interventi che noi riteniamo che vadano nel senso di togliere ai poveri per dare ai ricchi e di farsi forti con i deboli e deboli con i forti. Per questo motivo, preannunzio il nostro voto contrario sul provvedimento in esame (Applausi dei deputati del gruppo Italia dei Valori)."

Diamo una mano alla pace in medio oriente da:ilpaesedelledonneonline

Roma
domenica 11 gennaio 2009
ore 10.30
Diamo una mano alla pace in Medio Oriente
Una catena umana partirà da Piazza Madonna di Loreto (nei pressi di Piazza Venezia) e terminerà in piazza di Porta Capena.
Un percorso che parte dalla sede delle Nazioni Unite, a cui affidiamo le nostre speranze di pace, passando per il luoghi cari alla comunità ebraica e per la sede della delegazione palestinese. È un percorso da fare insieme, mano nella mano, per dire sì alla pace, nel segno del dialogo e dei diritti umani.
Chiediamo che si fermi subito la violenza, che ai bambini sia dato il diritto a non avere paura, che le donne e gli uomini abbiano il diritto a vivere in pace.
Chiediamo alle Nazioni Unite e all’Unione Europea di assumere un ruolo forte, senza esitazioni ulteriori. Ogni esitazione costa delle vite innocenti.
Chiediamo che sia garantita subito l’assistenza umanitaria nella striscia di Gaza e che si costringano le parti ad accettare l’interposizione della comunità internazionale.
Associazione Antigone.
Primi firmatari:
Stefano Anastasia, Enrico Fontana, Sergio Giovagnoli, Patrizio Gonnella, Enrico Luciani, Gianni Mattioli, Luigi Nieri, Ivano Peduzzi, Anna Pizzo, Giulia Rodano, Alessandra Tibaldi, Filiberto Zaratti.

Data di pubblicazione: 0801 09

Referendum: un dovere civile da:antoniodipietro.it



Le firme che abbiamo raccolto contro il lodo Alfano non sono solo un fatto tecnico, ma un fatto politico importante, perché ci sono milioni di cittadini che dicono No al governo che si fa le leggi per non farsi processare, e dicono soprattutto Si ad una giustizia sociale uguale per tutti. Per questa ragione, noi dell'Italia dei Valori, oggi con il deposito di queste firme, apriamo l'anno 2009 con l'intenzione di fare opposizione chiara nel linguaggio, determinata nell'azione a questo governo Berlusconi che toglie ai poveri per dare ai ricchi.
Il lodo Alfano è incostituzionale, perché prevede per alcuni cittadini, quattro in particolare, non debbano rispondere alla legge anche se dovessero ammazzare la madre nel periodo in cui stanno in carica. E' immorale perché prevede due pesi e due misure, soprattutto per il fatto che viene fatto e voluto da chi deve essere sottoposto davanti al giudice per le azioni che la magistratura vuole verificare. Noi dell'Italia dei Valori ribadiamo che dobbiamo essere tutti uguali di fronte alla legge, e soprattutto che abbiamo bisogno di un governo e di un Parlamento che pensino un po di più alla giustizia sociale uguale per tutti i cittadini, perché se non c'è legalità i furbi fanno affari, come per il caso Alitalia, e tutti i cittadini e poveri cristi ne devono pagare i debiti.
Noi dell'Italia dei Valori abbiamo raccolto queste firme non per funzione elettorale, ma come dovere civile di cittadini che non vogliono stare a guardare che questo Stato venga portato ad una deriva democratica, perché ormai in Parlamento non si fa altro che alzare la mano a seconda di come vuole il despota di turno, perché il controllo di legalità viene ogni giorno frustrato, perché l'informazione è sempre di più sotto il controllo del potere politico ed economico, che è la stessa cosa, come dimostra il caso della Vigilanza Rai.
Pensiamo che il tempo tecnico per il Referendum è per la primavera del 2010, ma pensiamo inoltre che da adesso al 2010 altri Referendum saranno nel frattempo organizzati dall'Italia dei Valori, fra questi sicuramente l'abolizione dei finanziamenti ai partiti.

APPELLO DELLA FILEF AGLI ITALIANI D' ISRAELE da:ilpaesedelledonneonline

Inserito il 03 gennaio 2009 alle 23:47:00 da redazione-IT. IT - ITALIANI ALL'ESTERO Ci giungono comunicati di italiani residenti in Israele nelle zone limitrofe a Gaza, colpite dai missili Kassam. Le stiamo pubblicando sulla nostra agenzie anche se non siamo in grado di garantirne la fonte. Si tratta comunque di testimonianze che possiamo ritenere attendibili, o per meglio dire, probabili.E’ tuttavia strano che tali testimonianze ci giungano solo adesso, mentre il lancio degli pseudo-missili Kassam non è proprio dell’ultim’ora. Ciò ci fa pensare che possa trattarsi di una campagna di propaganda sviluppata anche in ambiti minori, per giustificare l’attacco israeliano a Gaza. In ogni caso, alla luce degli eventi tragici che si stanno sviluppando in Palestina e che vedono per l’ennesima volta un intero popolo subire gli effetti devastanti della divisione e del mancato riconoscimento di diritti riconosciutigli dalla comunità internazionale, vogliamo appellarci agli italo-israeliani affinché si facciano promotori di pace in un momento delicatissimo per il mondo intero.Non intendiamo ripercorrere i sentieri infiniti delle colpe e delle responsabilità che sono ampie e che non si limitano, purtroppo, alla mappa dell’antica terra santa. Vogliamo però sottolineare con forza che nella prassi dei governi di Israele, che negli ultimi decenni hanno progressivamente occupato oltre l’80% dei territori dell’antica Palestina operando continue azioni di ghettizzazione della popolazione palestinese, non sono più riscontrabili gli elementi fondamentale per il raggiungimento degli obiettivi di stabilità e sicurezza a cui continuamente ci si appella: cioè l’equilibrio, la lungimiranza, l’intelligenza.Il ricorso alla colonizzazione progressiva, quanto illegittima, di terre palestinesi, il ricorso continuato alla forza per garantire la sicurezza delle terre occupate, la pressione operata con vari mezzi contro i palestinesi a Gaza e in Cisgiordania (due territori che appartenevano ad Egitto e Giordania e non alla Palestina del 1948), fanno leggere gli eventi degli ultimi decenni come una programmata operazione di conquista e di pulizia etnica. Il mondo ha vissuto negli ultimi anni analoghe situazioni in cui la comunità internazionale è intervenuta direttamente a difesa delle popolazioni a rischio di genocidio. Per diversi motivi “evita” di intervenire nel contesto medio-orientale, anche se gli elementi ivi presenti sarebbero molto più consistenti di quelli verificatesi in altre occasioni discutibili.Ciò non deve tranquillizzare la popolazione israeliana, poiché l’immagine che nel mondo si va consolidando dello Stato di Israele non è più, e da tempo, un’immagine positiva.Si può essere convinti delle proprie ragioni, ma le ragioni proprie non sono mai assolute e sono sempre relative alle ragioni dell’altro. E allo stesso tempo, se Israele esiste solo in contrapposizione ai palestinesi di Palestina, è come se Israele non esistesse. Una nazione esiste per la sua storia, per i suoi valori, non contro altre nazioni. E solo come tale può essere riconosciuta. Altrimenti si tratta di un riconoscimento a tempo determinato, strumentale e fittizio. Al variare delle condizioni storiche rischia di eclissarsi. Questo è il rischio di Israele, di fronte al quale nessun potenziale bellico, per quanto temibile, può reggere a lungo.Italiani di Israele, vogliamo trasmettervi questo nostro auspicio: siate operatori di pace. Adoperatevi per la cessazione delle ostilità a Gaza e per la costruzione della coesistenza dei due popoli in Palestina. Contrastate la propaganda di guerra. Contrastate la guerra e lo sterminio. Voi stessi, i vostri nonni e le vostre madri, come noi, l’hanno conosciuta. Ricordiamo o riscopriamo, insieme, l’insegnamento di comuni padri come Carlo Levi.Uff. Coordinamento Nazionale FILEF(Federazione Italiana Lavoratori Emigranti e Famiglie, fondata da Carlo Levi)

mercoledì 7 gennaio 2009

PALESTINA, UN GENOCIDIO!!! da:repubblica.it

Almeno trenta morti nell'attacco israeliano contro una scuola delle Nazioni Unitee affollata da centinaia di rifugiati. Tel Aviv: "Abbiamo risposto al fuoco"
Gaza, strage di civili in scuola OnuCroce rossa: "Crisi umanitaria totale"
I responsabili dei soccorsi denunciano: "Presi di mira medici e cliniche"Il bilancio è di 635 palestinesi uccisi e più di 2.900 feriti. Morti sei soldati di Tsahal
GAZA - "Crisi umanitaria totale". Così Pierre Kraehenbuehl, responsabile per la Croce Rossa a Gaza, ha oggi definito la situazione della popolazione civile della Striscia di Gaza, mentre il suo staff descrive l'ultima notte come "la più spaventosa fino ad adesso". I civili non hanno nessun posto sicuro dove rifugiarsi. Almeno trenta persone sono morte e 55 sono rimaste ferite nell'attacco israeliano contro una scuola gestita dall'Agenzia delle Nazioni Unite e affollata da centinaia di rifugiati. L'Onu: "Avevamo segnalato la nostra struttura". Tsahal si difende: siamo stati attaccati. Il responsabile di una ong danese: "Prendono di mira direttamente obiettivi umanitari". Secondo i servizi di soccorso medico almeno 635 palestinesi sono stati uccisi e più di 2.900 feriti dopo undici giorni dall'inizio dell'offensiva. Morti sei soldati israeliani, quattro uccisi da fuoco amico. Al Qaeda. E si rifà vivo anche il numero due di Al Qaeda, Ayman Al Zawahiri: "Quello che avete davanti è un anello della catena della compagna dei crociati sionisti contro i musulmani e l'Islam", ha affermato il medico egiziano in un messaggio audio diffuso da alcuni siti islamici, "questi attacchi sono il regalo di Obama prima dell'insediamento". E il leader terrorista ha lanciato anche un appello ai musulmani chiedendo di attaccare gli interessi di Israele e dell'Occidente, in reazione agli attacchi sulla Striscia di Gaza. La strage nella scuola. Nella scuola gestita dall'Onu a Jabaliya, nel nord della Striscia di Gaza, avevano trovato rifugio trecentocinquanta persone fuggite dal campo profughi di Jamaliya. Speravano, sotto la copertura delle Nazioni Unite, di avere maggiori probabilità di salvarsi dai combattimenti in corso da sabato sera tra soldati israeliani e miliziani di Hamas. Secondo l'Onu la strage sarebbe stata provocata da tre colpi di artiglieria sparati contro l'edificio.
La versione israeliana. "Ci attaccavano", è la versione di Tsahal, l'esercito israeliano. All'interno della scuola gestita dall'Onu, dicono i soldati con la stella di David, militanti palestinesi sparavano colpi di mortaio contro una vicina unità di fanteria dell'esercito israeliano. L'unità ha risposto al fuoco a sua volta con mortai contro gli attaccanti, per neutralizzarli. Le forze armate israeliane dispongono di un filmato, ripreso da un aereo senza pilota, che mostrerebbe le fasi successive. I soldati affermano di aver ritrovato nella scuola colpita i corpi di due militanti di Hamas. E ne hanno anche fornito i nomi: Imad e Hassan Abu Askar. Poi, Israele ha fatto sapere che intende presentare una protesata all'Onu per "aver ospitato nell'edificio" gli uomioni di hamas. L'alto Commissariato dell'Onu per i rifugiati ha replicato chiedendo una commissione di inchiesta indipendente sull'accaduto e l'incriminazione di chiunque abbia violato la legalità internazionale. L'Onu. Avevamo segnalato la scuola, dice John Ging, direttore dell'agenzia dell'Onu che si occupa dei rifugiati nella Striscia di Gaza: "Avevano fornito le coordinate satellitari Gps alle autorità israeliane", ha detto Ging. Quindi Tsahal sapeva che l'edificio ospitava una scuola, "chiaramente segnalata e con la bandiera dell'Onu che sventolava fuori". Colpita altra scuola Onu. Un raid aereo, nella nottata fra lunedì e martedì, ha colpito un altro istituto dell'agenzia dell'Onu per i rifugiati palestinesi (Unrwa) nel campo profughi di Shati, a Gaza city: hanno perso la vita tre civili palestinesi che insieme a molti altri, circa 450, vi avevano cercato un riparo. Assedio a Khan Yunis. Intanto sul fronte dei combattimenti è partito l'assedio a Khan Yunis, una delle roccaforti di Hamas. Duri scontri fra miliziani palestinesi e reparti dell'esercito israeliano sono iniziati all'alba nel sud della striscia e a Deir El-Balah e Bureij, nella zona centrale. A Deir El-Balah l'artiglieria navale ha provocato almeno dieci morti. Un'emittente palestinese ha diffuso la notizia che alcuni miliziani sono riusciti ad abbattere un aereo senza pilota israeliano. Secondo un sito internet, Hamas avrebbe fucilato alcuni palestinesi che da Gaza avrebbero aiutato l'incursione israeliana. Vittime civili. Almeno 12 civili, tutti membri di una stessa famiglia, sono stati uccisi in un raid aereo che ha colpito con due missili la casa in cui abitavano a gaza città, nel quartiere di Zeitun. Morti sette bambini, da uno ai dodici anni, tre donne e due uomini. Secondo testimoni nella casa abitava un comandante di Hamas. Nell'attacco, che ha danneggiato una decina di case vicine, è stato ucciso anche un passante. La battaglia è ormai al culmine e da lunedì nel capoluogo della Striscia si combatte strada per strada. Bilancio. Il bilancio dell'operazione 'Piombo fuso', lanciata dagli israeliani contro Hamas il 27 dicembre, stando a fonti mediche di Gaza è salito a 635 palestinesi morti e 2mila 700 feriti. E con un bilancio come questo, diventa impellenrte trovare una soluzione. Secondo il presidente francese Sarkozy, sarebbe "vicina" Croce rossa e Onu. Il responsabile delle operazioni del Cicr, il Comitato internazionale della Croce rossa, Pierre Kraehenbuehl ha affermato che la situazione dei civili palestinesi è "estrema e traumatica". John Ging, capo dell'Onu a Gaza, ha dato notizia di dieci persone rimaste ferite in una struttura sanitaria delle nazioni unite al campo profughi di Boureij, fra i colpiti sette membri dello staff e tre pazienti, quando i proiettili dell'artiglieria israeliana hanno colpito senza preavviso una palazzina adiacente. Il coordinatore dell'Onu per gli interventi umanitari nei territori palestinesi, Maxwell Gaylard ha chiesto un'inchiesta sull'accaduto. Anche la Croce rossa ha riferito di un'infermeria raggiunta dai colpi israeliani che avrebbero ferito un operatore sanitario. "Sempre più vittime civili". "Siamo estremamente preoccupati per il numero crescente di civili morti e feriti e di infrastrutture civili, tra cui ospedali, colpite dalle operazioni militari israeliane", ha detto Pierre Kraehenbuehl. E nonostante "la dichiarata volontà delle autorità israeliane di facilitare" i soccorsi umanitari, aggiunge, non si riesce a farli arrivare alle vittime per l'intensità dei combattimenti. Nel quartier generale della Croce rossa stamani era giunta notizia di un'ambulanza palestinese colpita nella notte al campo profughi di Jabaliya, lo stesso della strage di oggi nella scuola-rifugio dell'Unrwa. E anche di due ospedali che stavano per esaurire le riserve per i generatori, e di feriti irraggiungibili per le ambulanze. Colpite cliniche mobili. Tre cliniche mobili di una ong danese Folkekirkense Noedhjaelp (DanChurchAid) sono state distrutte dall'esercito israeliano nonostante le insegne bene in vista, ha riferito il segretario dell'organizzazione umanitaria Henrik Stubkjaer che denuncia: "Prendono di mira direttamente obiettivi umanitari". Anche una Ong israeliana ha denunciato che i medici che vanno in soccorso dei feriti a Gaza vengono presi di mira dall'esercito. "Questa non è una crisi, è un disastro" ha commentato un funzionario dell'azienda che gestisce i rifornimenti idrici nella striscia, Munzir Shiblak, precisando che circa 800mila residenti fra Gaza città e le parti settentrionali del territorio (che in tutto ha circa un milione e 400mila abitanti) da oggi non hanno più acqua corrente. I caduti di Tsahal. Al quarto giorno dell'operazione di terra contro la Striscia di Gaza, è morto in combattimenti con militanti palestinesi il sesto soldato israeliano. Secondo quanto riferito da fonti dello Stato ebraico, un militare è rimasto ucciso e altri quattro feriti questa mattina quando i militanti hanno aperto il fuoco contro di loro mentre erano impegnati in un'operazione di pattugliamento a Gaza City. La vittima di oggi si aggiunge ai quattro soldati uccisi da fuoco amico in due distinti incidenti avvenuti nelle ultime ore e al militare morto domenica. Razzi contro Israele. Continua il lancio di razzi contro il territorio di Israele. A Gedera, a 30 chilometri da Tel Aviv, un razzo Grad sparato dai palestinesi ha ferito leggermente una neonata israeliana di tre mesi. Altri 5 razzi sono caduti nella regione di Eshkol, uno ha colpito l'area di Netivot senza causare danni. Lunedì circa 40 razzi avevano colpito il sud di Israele.
(6 gennaio 2009)
da:http://www.repubblica.it/2009/01/sezioni/esteri/medio-oriente-46/gaza-6-gennaio/gaza-6-gennaio.html

Conflitti arabo-israeliani da:wikipedia

Il conflitto arabo-israeliano (arabo: الصراع العربي الإسرائيلي AS-Sira ʿ al-ʿ al-Arabi'Isrā'īlī, in ebraico: הסכסוך הישראלי ערבי [?]), abbraccia circa un secolo di tensioni politiche e di ostilità, sebbene lo stato di Israele è stato istituito solo 60 anni fa. Esso implica consiste nella creazione del movimento sionista e la successiva creazione del moderno Stato di Israele nel territorio considerato dal movimento panarabo come appartenente ai palestinesi, siano essi musulmani, cristiani, drusi o altri, e che il popolo ebraico considera la sua patria storica.
continua a http://it.wikipedia.org/wiki/Conflitti_arabo-israeliani

IL POTERE DEL DEBITO da:beppegrillo.it



Tremonti e BossiPer ogni 100 euro di tasse che paghiamo, 18 sono per gli interessi sul debito pubblico. Il problema del debito pubblico è semplice: se non ci occupiamo del debito, il debito si occupa di noi. Si sta occupando di noi ogni giorno, dalla sua esplosione avvenuta con i governi Craxi e Andreotti. Tagli alla scuola, alla salute, alla ricerca. La decadenza del Paese. Il debito toglie risorse ai servizi e allo sviluppo per darle alla politica e alle lobby. L’italiano paga le tasse per interessi su un debito colossale contratto da altri a suo nome.Il 2008 si è chiuso con circa 1.700 miliardi di euro di debito. Nel 2009 ci aspetta una rata di 80 miliardi di interessi. Con 80 miliardi potremmo rilanciare il Paese, altro che social card. Nel 2009 ci sono titoli di Stato in scadenza e in offerta tra i 2 e i 300 miliardi di euro. Chi li comprerà? Tremonti ci rassicuri. Ci dica se ci sono sottoscrittori, se gruppi finanziari, bancari hanno già dato adesione. Se Mediaset ha prenotato qualcosa, se i patrioti Colaninno e Tronchetti sono in lista d’attesa. L’Italia non può aspettare fino all’ultimo per sapere. Se è necessario si lanci una colletta tra i dipendenti pubblici. So che ci avete già pensato. Al posto del 30% dello stipendio potreste dare dei buoni del tesoro equivalenti. Non è una cattiva idea. I dipendenti pubblici comprano il debito pubblico attraverso il quale lo Stato paga gli stipendi pubblici. E’ un po’ contorto, ma può funzionare.Lo “spread”, avete già sentito questa parola? Sembra una bibita, una via di mezzo tra la sprite e il chinotto. Lo spread è la differenza tra gli interessi riconosciuti da titoli di Stato di una nazione e quelli di un’altra. Per riuscire a vendere i nostri titoli dobbiamo riconoscere interessi superiori ai titoli degli altri, della Germania, della Francia, dell’Olanda… e lo spread aumenta, aumenta insieme alle tasse. E’ come un elastico che si tende. I titoli di Stato, se comprati in grande quantità, vengono assicurati. Ci si assicura contro il fallimento (il “default”) dello Stato che emette i titoli. Il costo dell’assicurazione dell’Italia sta schizzando.Nel 2008 i conti dello Stato sono andati in rosso per altri 52,9 miliardi di euro. La coppia Berlusconi/Tremonti è imbattibile nell’indebitare gli italiani. E anche per coprire questi 52,9 miliardi si dovranno vendere Bot e Cct. Il potere del debito è enorme. E’ un potere che gli italiani hanno lasciato ai politici. Ci possono indebitare senza copertura finanziaria, ipotecare il nostro futuro quando vogliono, quanto vogliono. Il potere del debito gli va tolto prima che prenda fuoco il pagliaio Italia. Belin, corro in cucina, sento odore di Tremonti bruciato.

L'INADATTO PRESIDENTE da:antoniodipietro.it

Riporto un articolo del prestigioso quotidiano inglese "The Guardian", dove il giornalista definisce Silvio Berlusconi inadatto alla presidenza del prossimo G8.
"Gordon Brown ha salvato il mondo, Angela Merkel ha salvato il suo budget federale, Jose Manuel Barroso ha salvato la sua carica per un secondo mandato - e Nicolas Sarkozy ha salvato l’Europa. Adesso, mentre un anno orribile sta giungendo al termine fra ancora più terribili previsioni per l’Unione Europea, si fa avanti Silvio Berlusconi.Ha salvato David Beckham dall’oscurità di Los Angeles aiutandolo ad ottenere un prestito di 10 settimane alla sua squadra di calcio, l’AC Milan - garantendogli accordi con sponsor molto lucrativi e apparizioni su diversi canali televisivi gestiti dal suo impero Mediaset. Avendo compiuto la missione, e’ ora deciso a tutti i costi a salvare l’Italia e, come Gordon, il pianeta.Il primo gennaio, il giorno in cui Sarko non sarà più ufficialmente il presidente europeo, l’italiano presidente del consiglio (in italiano nel testo, N.d.T.) assumerà il controllo come presidente del G8 e, con illusioni di grandezza da togliere il respiro, è già impegnato a organizzare un vertice fra Barack Obama e il russo Dmitri Medvedev.Entro marzo, quando l’economia europea sarà probabilmente un disastro, Berlusconi prevede un vertice dei G14 - un’idea originariamente di Sarko per coinvolgere le economie emergenti - sulla “dimensione umana” della crisi finanziaria.Presumibilmente questo è linguaggio diplomatico che significa crescente debito personale, povertà, disoccupazione, disperazione e tutti e tutto ciò che di solito si associa alla tetraggine invernale di quella che è, potenzialmente, la recessione peggiore dalla seconda guerra mondiale. Specialmente nel suo paese, che è in recessione da due quadrimestri, che affronta un esorbitante aumento della disoccupazione, che vede il produttore di auto Fiat cercare un partner che lo rilevi per uscire dal suo tormento e, che senza l’euro e la Banca Centrale Europea che lui tanto disprezza, sarebbe in bancarotta.Berlusconi, che ha un capitale personale di circa dieci miliardi di dollari, e che è un architetto di riforme giudiziarie in serie per permettersi l’immunità dalla giustizia, è il leader politico che ha chiamato Obama “abbronzato” e che ha paragonato un deputato tedesco a una guardia di un lager nazista (Kapo).Il suo contributo al programma europeo di ripresa - un pacchetto-stimolo del valore di 200 miliardi di euro che equivale all’1,5% del prodotto interno lordo - sembra consistere in tagli alle tasse dei suoi sostenitori politici nelle piccole imprese e in sanzioni ridotte per evasori fiscali - equivalenti all’1% del prodotto interno lordo, secondo i politici italiani di opposizione. Il pacchetto è cosi’ irrisorio che la maggior parte degli analisti crede che possa perfino essere una riduzione delle spese.Adesso il settantaduenne playboy del mondo occidentale vuole diventare il presidente italiano, succedendo all’ex-comunista e leader sindacalista Giorgio Napolitano, un uomo di grande integrità, dopo il 2013. Presumibilmente per la vita, alla Mugabee, e, per perpetua immunita’ contro le azioni giudiziarie, alla Chirac.Questa è, in tutta serieta’, la persona che, per la rotazione, sarà presidente del G8 l’anno prossimo, quando è possibile che ci sarà un bagno di sangue economico in tutto il mondo.E’ ora di finirla con questo stupido processo e, come previsto per l’Unione Europea sotto il Trattato di Lisbona ora in stallo, di scegliere un presidente di genuina statura e capacità di visione per dirigere questo organismo per il lungo periodo. E specialmente dato che siamo tutti d’accordo che, come il Consiglio di Sicurezza Europeo e l’IMF/Banca Mondiale, dovrebbe essere permanentemente riformato per includere la Cina, l’India e le restanti economie emergenti.E’ già abbastanza grave che l’eurotossico Vaclav Klaus, il presidente ceco, diventi capo nominale dell’Unione Europea il primo gennaio (Ok, il suo primo ministro presiederà’ gli incontri). Questa rubrica preferirebbe vedere Sarko realizzare le sue ambizioni di diventare presidente a lungo termine dell’eurogruppo e leader de facto dopo il suo successo iperattivo nel dirigere l’Unione Europea per gli ultimi sei mesi.Forse potrebbe farsi carico anche del G8/G14 per il resto della sua permanenza in carica all’Eliseo - certo di essere prolungato dopo il 2012 per ulteriori cinque anni secondo il modello corrente. O datela a Tony Blair. A chiunque tranne che all’inadatto Berlusconi, il presidente indiscusso di Tangentopoli 2 (in italiano nel testo, N.d.T.), o città della corruzione, quello che il suo paese nativo e’ nuovamente diventato."Articolo tradotto da Italiadallestero.info.

MALPENSA da:antoniodipietro.it

"Cornuti e mazziati' dal Governo Berlusconi. Così sono finiti i lavoratori di Malpensa e tutte le imprese e i cittadini della Lombardia e del Nord alla conclusione della vicenda Alitalia.
La scorsa primavera Berlusconi e la Lega, quand'erano ancora all'opposizione, bloccarono la vendita di Alitalia ad Air France perché, a loro dire, avrebbe penalizzato lo scalo di Malpensa e, quindi, tutta l'economia lombarda. Ora che sono al Governo hanno chiuso l'affare proprio con Air France, con l'aggravante però che i debiti della vecchia Alitalia (pari ad oltre 3 miliardi di euro) sono stati messi a carico dei contribuenti italiani, mentre prima se li accollava Air France, e con l'ulteriore aggravante del licenziamento in corso per oltre 12 mila dipendenti Alitalia e più del doppio che ci saranno nel mercato dell'indotto attorno allo scalo di Malpensa. Inoltre, c'è da considerare che attraverso il finanziamento ad Expo 2015 sono venuti a mancare i soldi per il potenziamento al sistema autostradale e ferroviario, fondi voluti fortemente dal governo Prodi.
Insomma, è la solita "truffa alla Berlusconi", di cui gli italiani sono tenuti all'oscuro solo perché i mezzi di informazione o sono in mano allo stesso Berlusconi o , come nel caso del servizio pubblico, sono sottoposti ai suoi veti e alla sua influenza.
L'Italia dei Valori già dal prossimo giovedì 8 gennaio parteciperà alla manifestazione pubblica di protesta e denuncia, che farà proprio a Malpensa per sollecitare l'opinione pubblica a vigilare su quest'altro misfatto a favore dei 'furbetti del CAI', a cui Berlusconi ha voluto regalare la nostra compagnia di bandiera.
E ci auguriamo che anche la Lega – sulla cui onestà intellettuale nell'avere a cuore l'economia del Nord non dubitiamo – sappia trovare la forza per opporsi al disastro economico imprenditoriale che sta per abbattersi attorno allo scalo milanese di Malpensa. E l'augurio è che la Lega questa volta voti con coraggio gli emendamenti che tendono a liberalizzare il mercato su Malpensa aprendo a tutte le compagnie aeree. Coraggio non avuto nei provvedimenti cosiddetti 'Salva Alitalia', proposti dal governo Berlusconi l'estate scorsa, lasciando così l'IdV sola in questa battaglia.

lodo alfano da:antoniodipietro.it

Piazza Navona è stata una grande vittoria di impegno civile, a dimostrazione di come la società civile non si è completamente rassegnata a chiudersi in casa, ma ha ancora la forza di riflettere e agire. Abbiamo dimostrato che si può tornare a fare politica anche tra la gente e non più solo nelle segrete stanze del potere. La Rete e il passaparola hanno fatto il miracolo.
A Piazza Navona abbiamo manifestato contro il lodo Alfano, una legge che di fatto ha violentato immoralmente e incostituzionalmente lo Stato di diritto, perché, d’ora in poi, nel nostro Paese "la legge è uguale per tutti, meno che per quattro persone", fra cui Silvio Berlusconi, rendendoli di fatto impunibili e impuniti.
La raccolta delle firme per il referendum contro il Lodo Alfano, iniziata l'11 ottobre scorso, ha superato il muro del milione, doppiando di fatto la quota minima richiesta di 500 mila. Abbiamo trascorso le vacanze di Natale a verificarle una per una, e domani alle ore 10:00 a Roma, davanti al Palazzo di Giustizia, consegneremo le firme presso la Corte Suprema di Cassazione.
Grazie a tutti per l'impegno.

BERLUSCONI SULL'ISOLA DI LOST