Antonio Di Pietro: Grandi opere, grandi bluff: "Riporto una mia intervista, rilasciata ieri al quotidiano L'Unità, dove spiego l'origine, i percorsi e la destinazione dei 18 miliardi annunciati dal governo per avviare i cantieri delle grandi opere.
L'Unità: Cos’è il piano infrastrutture?
Antonio Di Pietro: «Il governo Berlusconi 2001-2006 fece la Legge Obiettivo, procedure semplificate per grandi opere necessarie».
L'Unità: Che lei ha condiviso?
Antonio Di Pietro: «Che in linea di principio l’Ulivo, tranne qualche resistenza, ha condiviso. Criticammo pero’ il piano perchè il governo aveva individuato una serie di opere inutili e non realizzabili. Servivano 130 miliardi subito, per cominciarle. Altri 200 per completarle. Un libro dei sogni in cui ognuno aveva cercato di metterci il ponte di casa sua».
L'Unità: Nel 2006 vince l’Unione e conferma la legge Obiettivo.
Antonio Di Pietro: «Cercando però di riempirla di contenuti possibili. Come ministro delle Infrastrutture, andando regione per regione dopo aver discusso con tutti i governatori, individuammo 30 miliardi da spendere in cinque anni per una lista di opere scelte dalle stesse regioni perché necessarie ai rispettivi territori».
L'Unità: L’Unità ha pubblicato mercoledì l’elenco di opere prioritarie per la Calabria, soprattutto strade. Nel piano attuale non ne è rimasta mezza.
Antonio Di Pietro: «Appunto. Questo per dire che noi non siamo quelli del “No”, sempre, a prescindere. Ma quelli del fare quello che serve ed è possibile».
L'Unità: Priorità e urgenze invece che sogni grandiosi. Ad esempio?
Antonio Di Pietro: «Il nodo ferroviario di Pal"
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