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martedì 10 febbraio 2009

Eluana, card. Ruini: ''E' omicidio. Quel decreto è un dovere''. Beppino Englaro ''Una tortura disumana'' - da:adnkronos.com

Roma, 7 feb. (Adnkronos) - "Non ha senso attribuire all'Eluana di oggi, dopo quel tragico incidente , le aspirazioni e i desideri di prima. Eluana e' stata sfortunata. Ha perduto molto. Ora ha bisogno di poco, e' protesa verso quel poco, con poco puo' vivere senza soffrire. Non colpiamola una seconda volta. Non togliamole anche questo poco". Lo ha dichiarato monsignor Camillo Ruini, il cardinale vicario emerito della diocesi di Roma, presidente della Cei dal '91 al 2007, in un'intervista al "Corriere della Sera". "Lasciarla morire - continua Ruini - o piu' esattamente, per chiamare le cose con il loro nome, farla morire di fame e di sete e' oggettivamente al di la' delle intenzioni di chi vuole questo, l'uccisione di un essere umano. Un omicidio. Purtroppo inferto in maniera terribile, senza che nessuno possa essere certo che Eluana non soffrira'"."Non ho ancora avuto modo di conoscere il testo del decreto del governo e della lettera del Capo dello Stato, ma conosco le obiezioni secondo le quali questo decreto sarebbe una prevaricazione nei rapporti tra i poteri dello Stato. Di prevaricazioni pero' in questa vicenda se ne sono gia' fatte molte. A cominciare dai giudici che hanno applicato una legge che non esiste e che, soprattutto, non hanno tenuto conto della situazione reale di Eluana. Ad ogni modo - conclude il cardinal Ruini - ritengo che lo Stato abbia il diritto, e aggiungerei il dovere, di proteggere la vita di ogni suo cittadino".BEPPINO ENGLARO, UNA TORTURA DISUMANA Roma - "Se una volta valutato che per lei, purtroppo, non c'erano piu' speranze, i medici l'avessero lasciata andare come lei avrebbe voluto, oggi non saremmo costretti a rivivere il dramma della morte di nostra figlia per la seconda volta. Una tortura disumana, che diventa sopportabile solo pensando che lo stiamo facendo per lei". Lo dichiara in un colloquio con il quotidiano 'la Stampa' il padre di Eluana, Beppino Englaro."Non voglio sapere cosa dicono di noi. E' una giornata tremenda, ancora un inferno, peggiore di quanto avrei potuto immaginare. La nostra e' una ferita che si riapre e oggi, piu' che mai, polemizzare con chi mi accusa di essere un padre che vuole uccidere la figlia che senso ha? - continua Beppino Englaro su 'la Stampa' - Io e mia figlia siamo scomodi perche' la sua scelta, e la mia di conseguenza, fanno scandalo. Ma questi siamo noi. Mai moglie, Eluana e io abbiamo sempre avuto l'insopprimibile bisogno di decidere per noi stessi. Nessuno ci potra' cambiare"."E' un tormento senza fine - ribadisce il padre di Eluana a 'la Repubblica' - non riesco neppure a riflettere, meglio se sto per conto mio - aggiunge poi che - non pochi politici parlano per sentito dire, senza aver nemmeno letto le sentenze su Eluana. Il mio atteggiamento e' cambiato da quando c'e' stata la sentenza della Cassazione". "Hanno toccato il fondo, ma era prevedibile, hanno sempre tentato di creare ostacoli, in un modo o nell'altro - dichiara invece al 'Corriere della Sera' a proposito del decreto del governo - Ho perso mia figlia 17 anni fa - conclude - ora voglio solo fare le sue volonta'".CASO ENGLARO: COSSIGA, IL NO DI NAPOLITANO PER AIUTARE VELTRONI E ACCONTENTARE LA PIAZZA Roma - "Napolitano da una parte e' pressato dal Pd, dall'altra e' minacciato dalla piazza aizzata da Beppe Grillo e Antonio Di Pietro. Ma sa chi gli ha aperto la strada? Il presidente della Camera". Lo dichiara l'ex presidente della Repubblica, Francesco Cossiga, in un'intervista a 'Il Giornale', dopo essere stato chiamato in causa da Napolitano per motivare il suo 'no' al decreto legge sul caso Eluana."A dir la verita' - spiega Cossiga - il precedente era legato a un caso totalmente diverso. Rinviai al governo un testo per dire che bisognava prendere maggiormente in considerazione le istanze dei sindacati, in materia di sicurezza del lavoro". "Io ho grande stima di Napolitano - aggiunge - ma non possiamo chiedere, in nome dell'autorita' che egli oggi ricopre, di dimenticare chi sono i veri suoi compagni e i suoi valori della vita e della famiglia"."Io da cittadino, da cattolico e da ex presidente del Consiglio -conclude Cossiga - ringrazio Berlusconi per la sua iniziativa a favore della causa della vita e contro gli assassini legali".
Eluana, Parlamento contro la CorteIl senatore all'aula: "Le mie volontà" da:repubblica.it
ROMA - La libertà di scegliere, in coscienza e per coscienza. Il libero arbitrio. L'imbarazzo nei banchi del Pd ma anche in quelli della maggioranza costretti, in fondo, a ragionare di vita e di morte. Anche uno sprazzo di efficienza politica, nel senso che per una volta tutto il Senato, su proposta del Pd, s'impegna a fare qualcosa nell'interesse di tutti: approvare entro il 2008 la legge sul testamento biologico, il documento con cui ognuno di noi può lasciare indicate le scelte da fare quando la malattia ha portato il proprio corpo a uno stato di non ritorno. Il senatore Ignazio Marino, medico-chirurgo prestato al Pd, che pronuncia in aula il proprio testamento biologico e prega: "Ricordatevene, se mai dovessi un giorno trovarmi nelle condizioni in cui è Eluana...". E il senatore del Pdl Ferruccio Saro che agisce secondo libertà di coscienza, rompe il patto con la sua maggioranza e vota no perchè "questa non è un'invasione di campo da parte della magistratura". Sono i fermo-immagine di una giornata molto particolare per l'aula di palazzo Madama. Il via libera del Senato. Per la cronaca parlamentare, la 55 esima seduta pubblica del Senato ha dato il via libera alla mozione sul conflitto d'attribuzione davanti alla Corte Costituzionale sollevata dopo la sentenza della Corte d'Appello civile di Milano sul destino di Eluana Englaro. La stessa mozione è stata approvata ieri dalla Camera dei deputati. Nella sostanza significa che il Parlamento può andare contro una sentenza della Cassazione in nome del principio della divisione dei poteri. Ma la cronaca della giornata va oltre il resoconto parlamentare: la procura generale di Milano si spacca sulla scelta dell'impugnazione che nei fatti blocca la prima sentenza; i famigliari dicono che "resistereanno". E Eluana Englaro, 37 anni, in coma vegetale dal 1992 dopo un incidente stradale, "la giovane Eluana" come è stata chiamata più volte oggi in aula, vive la sua ennesima giornata legata a un sondino e chiedendo solo, dice il padre Beppino, "di farla finita con questa non vita". L'imbarazzo nel Pd. E' latente, dall'inizio della settimana, da lunedì pomeriggio quando nella riunione di gruppo è stato deciso che i senatori del partito democratico si sarebbero astenuti sulla laicissima questione del caso Englaro. Non un voto contrario, un no netto che resta nei resoconti. Ma un'astensione alla Camera e l'uscita dall'aula al Senato. Motivazione ufficiale: "Non vogliamo avallare un buco nelle rete del diritto" dice Stefano Ceccanti. Il Pd cioè non condivide tecnicamente la scelta di sollevare il conflitto tra poteri: "E un buco nell'acqua e un grave errore che espone il Senato a una figuraccia". In realtà, la contestazione del metodo nasconde un imbarazzo di merito. L'astensione nasce infatti da precise pressioni da parte della truppa teodem, i cattolici del Pd a cui si sarebbero aggiunti anche i rutelliani. Smentisce Roberto Giachetti, che deve anche fare i conti col suo passato radicale. "Una nota giornalista nonchè amica Miriam Mafai - dice Luigi Zanda nella dichiarazione di voto a nome del Pd - ci ha accusato stamani di 'indifferente pavidità'. Tutto ciò è ingeneroso. Noi non partecipiamo al voto per corenza". Dal voto non dipende in alcun modo la storia personale di Eluana e "dire no significherebbe invece ammettere la possibilità ordinamentale che venga sollevato da parte del Parlamento un conflitto di attribuzioni nei confronti di una specifica sentenza della magistratura". Solo una questione tecnica, dunque. "L'ennesimo attacco alla magistratura e ai suoi poteri" dice Silvia Della Monica (Pd) a nome dei colleghi senatori ex magistrati. I no di Idv, Radicali, qualcuno nella Pdl. Sono pochi alla fine i no. Tutti nettamente motivati. "Qui non c'è alcuna materia per un conflitto semplicemente perchè non c'è conflitto. Il Senato sta prendendo una cantonata" scandisce le parole Luigi Li Gotti (Idv) che se la prende con "gli apprendisti stregoni e le vestali della morale". Sono i Radicali del Pd Donatella Porretti e Marco Beltrandi a mettere a nudo l'imbarazzo del Pd. "Voteremo no - dicono nei loro appassionati interventi mentre Emma Bonino ha un piccolo malore - anche a nome di quei senatori del partito Democratico che avrebbero voluto votare no". Ma non possono farlo per disciplina di partito. Un mal di pancia che il senatore Ferruccio Saro (Pdl) non nasconde alla sua stessa maggioranza: "Questa non è un'invasione di campo della magistratura nei confronti della politica ma una decisione creativa che copre un vuoto legislativo". E allora, si chiede, perchè stare qui "a rinfocolare la contrapposizione ideologica tra chi sostiene la sacralità della vita e chi si appella al valore della dignità umana?". L'ennesimo conflitto tra laici e cattolici. E Marino pronunciò il suo testamento biologico. Con fatica, oggi, in tutti gli interventi, i senatori del Pd hanno cercato di tenere distinti i due piani, il conflitto tra poteri e il caso di Eluana. Il non-voto deciso dal partito e la propria libertà di coscienza. Ignazio Marino, ex presidente della Commissione Sanità del Senato, va al punto: manca la legge sul testamento biologico, "una legge che regoli, se una persona lo vuole e solo se lo vuole, i momenti terminali della propria vita" e che il Parlamento "è incapace di fare da ben tre legislature" mentre negli ospedali i medici di guardia "nel 62 per cento dei casi scelgono in solitudine la desistenza terapeutica ma non lo possono scrivere nella cartella clinica". Ed è a questo punto che il senatore-chirurgo pronuncia in aula il suo testamento: "Chi di voi ha passato qualche giorno nelle stanze dove vivono le tante Eluane?" chiede. Segue la lista degli obblighi quotidiani per un corpo in stato vegetale: il sondino per l'alimentazione, la persona che lava, quella che muove il corpo per evitare le piaghe, fino a chi "almeno due volte a settimana dove svuotare il tuo intestino". "Chi di voi - chiede Marino all'aula - vorrebbe sottoporsi a tutto questo senza avere alcuna percezione del mondo e senza una ragionevole speranza di recuperare l'integrità intellettiva? Io non lo vorrei, lo confesso. E se mi capitasse vi prego di tenere in considerazione di queste parole". Per la prima volta un testamento biologico entra a far parte degli atti del Senato. Una piccola vittoria nel nome di Eluana.

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