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giovedì 18 dicembre 2008

MAFIA: SUICIDA IN CARCERE IL BOSS FERMATO da:ansa.it

MAFIA: SUICIDA IN CARCERE IL BOSS FERMATO
PALERMO - La Procura della Repubblica di Palermo ha disposto l'autopsia sul corpo del boss Gaetano Lo Presti, 52 anni, che si è suicidato ieri sera nel carcere di Pagliarelli. L'uomo, che già in passato era stato condannato per mafia, era stato fermato ieri mattina dai Carabinieri nell'ambito dell'operazione denominata Perseo, che ha portato in carcere più di 90 persone, accusate di voler rifondare Cosa Nostra. Lo Presti è stato intercettato a lungo e le sue dichiarazioni sono contenute nel provvedimento di fermo che gli era stato notificato. L'uomo racconta, come si legge nelle intercettazioni, molti retroscena che riguardano la creazione della nuova commissione di Cosa Nostra e inconsapevolmente rivela agli investigatori i nomi degli altri boss coinvolti e le strategie che stavano portando avanti.
NEL POMERIGGIO PRIMI INTERROGATORI FERMATI
Cominceranno nel pomeriggio gli interrogatori in carcere dei fermati coinvolti nell'operazione "Perseo" che ha portato in cella 89 fra boss e gregari. Gli indagati sono accusati di far parte delle 15 famiglie di Palermo e provincia che stavano rifondando Cosa nostra, ricreando la vecchia Commissione provinciale per poter decidere "le cose gravi". I fermati sono stati rinchiusi nel carcere di Pagliarelli, dove si trovano in isolamento. Le intercettazioni eseguite dai carabinieri sono le principali fonti d'accusa per ognuna delle persone coinvolte. Gli investigatori sono riusciti a registrare le lunghe conversazioni che i capi dei mandamenti mafiosi facevano nei mesi scorsi per ricomporre la Commissione e dare vita alle vecchie regole di Cosa nostra, in modo da far tornare l'organizzazione più forte e sanguinaria come era in passato.
IL BLITZ, STRONCATI I PROGETTI DEI BOSS
Ci sono i nuovi capi delle famiglie mafiose di Palermo e provincia tra i 99 fermati dai carabinieri del Comando provinciale. L'operazione Perseo, ordinata dai pm della Dda, ha stroncato sul nascere i progetti criminali dei boss che avevano ricostituito la "commissione provinciale" di Cosa nostra, di cui non era ancora stato deciso il capo. Alcuni centri della provincia di Palermo si sono svegliati "assediati" dai carabinieri, in particolare Bagheria e Belmonte Mezzagno, così pure alcune zone del capoluogo. Le scene del maxiblitz viste stamani all'alba ricordano quelle di vent'anni fa, quando l'allora pool antimafia ordinava retate in seguito alle dichiarazioni dei primi pentiti di mafia. Adesso ad accusare i boss ci sono le intercettazioni. L'inchiesta Perseo è stata coordinata dal procuratore Francesco Messineo e dai sostituti della Dda Maurizio de Lucia, Marzia Sabella, Roberta Buzzolani e Francesco Del Bene. L'indagine dei carabinieri del Reparto operativo di Palermo é durata 9 mesi, insieme ai colleghi del Gruppo di Monreale. Gli investigatori hanno ricostruito i nuovi assetti mafiosi grazie a intercettazioni effettuate nei luoghi in cui i boss si riunivano per discutere affari e nuove strategie.L'inchiesta sui nuovi boss a capo delle famiglie e dei mandamenti mafiosi di Palermo ha portato ad acquisire elementi che mettono in risalto l'interesse di Cosa nostra nella politica. In particolare, dalle intercettazioni si apprende la strategia messa in atto per appoggiare alle elezioni elettorali candidati che i boss ritengono affidabili. E' uno dei punti su cui si basa l'inchiesta Perseo che ha portato ad identificare decine di nuovi "uomini d'onore", ed in particolare coloro che, di fatto, hanno svolto o svolgono un ruolo direttivo dell'attività delle "famiglie" mafiose palermitane di: Corso Calatafimi, Rocca Mezzo Monreale, Resuttana, Acquasanta, Porta Nuova, Altarello, Pagliarelli, Palermo Centro, Borgo Vecchio, Uditore, Borgo Molara Monreale, San Giuseppe Jato, San Cipirello, San Mauro Castelverde e Termini Imerese. I carabinieri hanno pure identificato i presunti responsabili di numerose estorsioni ad attività imprenditoriali e commerciali, confermando ancora l'importanza vitale che il pizzo ha per l'organizzazione. C'é pure l'ennesima conferma sugli interessi della mafia nell'esecuzione di appalti pubblici e privati e sono stati acquisiti elementi che provano l'attuale interesse di Cosa nostra nel traffico internazionale di droga.

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