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giovedì 18 dicembre 2008

Napoli: arrestati due assessori, coinvolti parlamentari

PENSIERO PERSONALE: NON E' CAMBIATO NIENTE!!! CHE VERGOGNA...

da:reutes italia
mercoledì, 17 dicembre 2008 6.37
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NAPOLI (Reuters) - Gli uomini della Direzione investigativa antimafia (Dia) e i carabinieri di Caserta hanno eseguito stamattina 13 ordinanze di custodia cautelare, delle quali 12 ai domiciliari e una in carcere, nell'ambito dell'inchiesta condotta dalla procura di Napoli sulla gestione degli appalti comunali, arrestando, fra gli altri, quattro tra assessori ed ex assessori della giunta partenopea.
Lo hanno riferito gli stessi magistrati e fonti investigative.
Gli arresti di oggi rappresentano una svolta nelle indagini su "un quadro allarmante di commistione in relazione a una pluralità di appalti" che ruotano intorno all'imprenditore Alfredo Romeo e che da settimane avevano spinto esponenti dello stesso Pd -- già sotto pressione per inchieste diverse a Firenze e a Pescara -- a chiedere al sindaco Rosa Russo Iervolino l'azzeramento della giunta. Richiesta respinta dal sindaco.
L'indagine, hanno detto oggi gli investigatori, coinvolge anche due parlamentari in carica, per i quali non è stata però richiesta alcuna misura cautelare. Si tratta di Italo Bocchino, vicepresidente vicario del gruppo Pdl alla Camera, e Renzo Lusetti, deputato del Pd, che non è stato possibile raggiungere per un commento.
IERVOLINO NON SI DIMETTE. DISCUTERA' CON GIUNTA E PARTITI
"Continuo a ribadire che queste mani sono pulite fino in fondo. Anche da questa inchiesta in cui mi si dice che ci sono 500 pagine di intercettazioni non c'è una riga che riguardi il sindaco", ha detto in serata il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino da Roma, dove è arrivata per un incontro con il segretario del Pd Walter Veltroni.
Ad una domanda su sue possibili dimissioni, il sindaco ha risposto: "Leggerò i documenti, parlerò con i partiti della coalizione a Napoli, poi deciderò". Inevitabile dopo gli arresti un rimpasto in giunta: "Certamente (il rimpasto ci sarà), ne mancano quattro (di assessori)".
L'inchiesta, coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia guidata da Franco Roberti, si concentra sulle attività dell'imprenditore Romeo -- unico degli indagati a finire oggi in carcere -- e su quattro appalti, dei quali due "global service" per la manutenzione delle strade a Napoli e nella provincia, un appalto per la refezione scolastica nella provincia napoletana e un quarto per la pulizia di immobili.
Le ipotesi d'accusa sono, a vario titolo e per i diversi indagati, associazione a delinquere finalizzata alla turbativa d'asta, alla corruzione, all'abuso d'ufficio e alla rivelazione di segreti d'ufficio.
AVVISO GARANZIA A BOCCHINO E LUSETTI
Fra gli arrestati, oltre all'imprenditore e ai quattro fra assessori ed ex assessori comunali, anche un ex provveditore alle Opere pubbliche della provincia di Napoli, Mario Mautone, attualmente con un incarico ministeriale alle Opere Pubbliche, e un colonnello della Gdf, ex appartenenente alla Dia.
I due assessori in carica arrestati sono Felice Laudadio e Ferdinando di Mezza, rispettivamente all'Edilizia e al Patrimonio, mentre i due ex componenti della giunta sono Enrico Cardillo, già assessore al Bilancio dimessosi a fine novembre e Giuseppe Gambale, ex assessore alle Scuole.
Iervolino ha annunciato che sospenderà i due assessori -- Laudadio e di Mezza -- e Gambale, che è attualmente consulente del Comune.
La procura, hanno detto ancora le fonti, aveva richiesto una misura anche nei confronti dell'ex assessore comunale alla Protezione Civile Giorgio Nugnes, arrestato il 6 ottobre insieme ad altre 36 persone nell'ambito dell'inchiesta sui disordini a Pianura contro la riapertura della discarica e suicidatosi a casa sua il 29 novembre scorso.
A Bocchino e Lusetti, come hanno comunicato i magistrati napoletani in un incontro oggi con la stampa, è stato notificato un avviso di garanzia per i reati di partecipazione ad associazione a delinquere capeggiata da Romeo e, per il solo Bocchino, anche di concorso in turbativa d'asta in relazione allo specifico appalto del "global service" per la manutenzione delle strade di Napoli, deliberato dal Comune ma poi mai attuato per mancata copertura finanziaria.
Per i due è stato inoltre disposto lo stralcio delle posizioni per procedere con la rituale richiesta di autorizzazione al Parlamento.
"IL COMITATO"
Secondo i procuratori, Romeo avrebbe "organizzato un vero e proprio comitato composto da tecnici, professionisti, assessori e pubblici funzionari che ruotava intorno alla sua figura", ai quali l'imprenditore avrebbe promesso "posti di lavoro", "incarichi e consulenze" o "denaro fumante" per ottenere "l'aggiudicazione di appalti attraverso una vera e propria blindatura dei bandi di gara che vengono materialmente redatti da Romeo e da uomini del suo staff per poi essere approvati dai vari enti pubblici interessati".
"Finanche per i pubblicandi appalti dello stato Vaticano egli (Romeo, ndr) fa ricorso al medesimo indirizzo operativo", scrivono la procura e la Dda in un comunicato.
Nel caso di un appalto romano -- per il quale una sentenza del Tar del Lazio sfavorevole a un'associazione temporanea impresa riconducibile a Romeo è stata poi ribaltata in Consiglio di stato -- Roberti ha commentato: "Posso dire che oltre a politici a favore di Romeo ci sono anche magistrati a favore di Romeo".
Dopo la notizia degli arresti, un gruppo di cittadini, che hanno detto di essersi riuniti grazie al sito web Facebook, hanno protestato sotto la sede del Municipio, con cartelli con su scritto "la legge è uguale per tutti" e "basta a questa politica di livello basso-lino".

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